La giustizia di casa nostra
ALCUNE SCOMODE VERITA' SUL TRIBUNALE DI SONDRIO
Quasi nessuno conosce la complessa realtà del Tribunale di Sondrio, dove alcuni magistrati onesti e capaci convivono, non sappiamo come, con quella “tradizione” di nequizie che lo accompagna da almeno un trentennio. Di “queste cose” non si parla, salvo noi. A titolo di esempio riprendiamo alcune “perle giudiziarie”, non potendo dare un quadro analitico completo delle tante vicende inquietanti.
ALCUNE SCOMODE VERITA' SUL TRIBUNALE DI SONDRIO
Radicali Sondrio
radicalisondrio@gmail.com
Quasi nessuno conosce la complessa realtà del Tribunale di Sondrio, dove alcuni magistrati onesti e capaci convivono, non sappiamo come, con quella “tradizione” di nequizie che lo accompagna da almeno un trentennio. Di “queste cose” non si parla, salvo noi. A titolo di esempio riprendiamo alcune “perle giudiziarie”, non potendo dare un quadro analitico completo delle tante vicende inquietanti.
LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE
Venticinque anni fa anni fa Radicali Sondrio senza soldi né mezzi avviavano,
malgrado il silenzio degli organi di informazione, una campagna nei
confronti del Presidente del Tribunale Luigi Minotta che
contribuì alle dimissioni di quest’ultimo dalla Magistratura, per
evitare guai peggiori, essendo indagato per interessi privati in atti
d’ufficio.
DEPRADATE LE AZIENDE FALLITE, O FATTE FALLIRE
Le
scarse cronache di quel tempo (‘l Gazetin, La Padania
e poco altro) e qualche raro procedimento giudiziario giunto a buon
fine portarono alla luce una realtà inquietante, quella di curatori
fallimentari che ingrassavano sui fallimenti di aziende, depredate
per interessi privati, senza alcuna cura per i diritti dei creditori.
UN CURATORE FALLIMENTARE IN GALERA
È il
caso del fallimento della ISAV di Giovanni Grignano, gestito
dal curatore fallimentare Alberto Necchi, finito in carcere
nel 1987 (Gazetin,
sett. 2010 – Bassissima,
lordissima, lentissima):
qui ne sono state fatte di tutti i colori, nella completa
impunità e sotto gli occhi assonnati o complici di giudici e
procuratori, distribuendo addirittura fondi ad una azienda non più
esistente da 13 anni (Robustellini Spa), creando a tale scopo
documenti falsi (Gazetin,
nov. 2011 – Falso
d’autore).
E c’è
chi in pochi mesi e con poco sforzo, da curatore, si porta a
casa il modesto compenso di 80 milioni di £, ed eravamo nel 1995
(Gazetin,
ott. 2011 – Profitti
e perdite).
CONDANNA EUROPEA
La
gestione del Tribunale di Sondrio di questa vicenda comportò per lo
Stato Italiano una condanna della Commissione Europea dei Diritti
dell’Uomo, per la durata biblica della gestione fallimentare (15
anni).
TRIBUNALE DI SONDRIO E TRIBUNALE DI BRESCIA: MARCIO QUI, MARCIO LA'.
Competente
per le imputazioni a magistrati di Sondrio è il Tribunale di
Brescia.
La
lotta esemplare di Giovanni Grignano portò a denunciare un gruppo di
persone di un certo rango (giudici, curatori fallimentari, avvocati,
esponenti di banche locali, periti) per associazione a delinquere,
abuso d’ufficio, omissioni di atti d’ufficio, omessa denuncia,
corruzione, favoreggiamento personale e reale, truffa aggravata,
falsa perizia, oggetto di 38 pratiche per procedimenti penali poi
occultati (con altri 20.000 fascicoli) presso la Procura di Brescia,
sino all’intervento del Procuratore Generale di Milano che
“perquisì” il Tribunale di Brescia “recuperando”
i procedimenti penali occultati, nascosti in una soffitta a
dimostrazione che le accuse di Grignano avevano sostanza e gravità;
l’unico a pagare pare sia stato un cancelliere del Tribunale di
Brescia. (vedi
comunicato stampa radicali/Avanti
diritto
sett. 2011)
CONTINUA L'ABBUFFATA
Da allora ad oggi le cose non sono cambiate, se non in peggio. Il caso della soc. Gianoncelli, “aiutata” a fallire e depredata, con un procedimento in atto da 14 anni ed il suo carico di ingiustizie è testimone dello stato dell’arte di una giustizia malata che elargisce sopraffazioni e arbitrio invece che legge e diritto (Gazetin, dic. 2009 – Fallimenti S.p.a.; Gazetin, giu. 2010 – Il piacere di fare le ...spese; Gazetin lug. 2011 – Il Gioco dell’Oca).
Per
chi volesse opportunamente approfondire sono a disposizione un
decennio di cronache di Enea Sansi, Vanna Mottarelli e altri
temerari, pubblicate su 'l Gazetin con
l’audace ambizione di far conoscere qualche verità nel mare
dell’omertà
(http://labos.valtellina.net/gazetin/Gianoncelli0.htm).
Scandalo
nello scandalo, la vicenda del giudice Paci e della sua
sentenza con le motivazioni interamente copiate (21 pagine e
mezza su 22), errori compresi, dal documento dell’avvocato dei
“fallimenti” Nicola Marchi, con qualche cambio,
sottrazione, sostituzione di vocabolo qui e là.
In
seguito alla pubblicazione dell’articolo apparso sul Gazetin
(giu. 2011 – Io
copio, tu incolli lei paga) è stato quanto meno disposto il
pensionamento del giudice, presumiamo per motivi di salute.
FRANCO GIANONCELLI
Franco,
Presidente dell’Associazione “Avanti Diritto” una delle vittime
di questa giustizia malata, persona di grande onestà e dignità,
malgrado gli affronti e le ingiustizie subite, socio di una ditta
portata al fallimento, è oggi candidato al Senato della Lista
Amnistia, Giustizia, Libertà.
Le
speranze sono riposte nell’azione civile dei cittadini che vorranno
non più tollerare che la giustizia sia infangata ed il diritto sia
rovesciato nel suo contrario.
L’invito
al lettore è quello di diffondere queste note, di votare al
Senato i candidati della Lista Amnistia Giustizia libertà, di
sostenere l’azione dell’Associazione
“Avanti Diritto”.
SERVIZI IGIENICO-SANITARI
Non lasciamo soli i pochi magistrati
“capaci ed onesti”: il Tribunale, da solo, nemmeno riesce a
risolvere i problema dell’acqua dei suoi cessi. (Gazetin,
nov. 2010 – Servizi
igienici-giudiziari).
Il Dottor Minotta non si dimise ma andò semplicemente in pensione e da allora vive sereno e tranquillo
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