UNIONI CIVILI IN CITTA': PRIMO SI' AL REGISTRO, IL COMUNE SI DIVIDE
Monica Bortolotti
La Provincia di Sondrio
(Articolo già pubblicato dal quotidiano La Provincia di Sondrio giovedì 7 novembre 2011)
Ideologia e pragmatismo, diritti e libertà, famiglie (con la f minuscola) e non.
Questione di contrapposizioni. Se la sono giocata per lo più così i consiglieri di minoranza il dibattito sulla proposta di istituzione di un registro per le unioni civili presentata da Sondrio città ideale, passata nella riunione delle commissioni congiunte ieri sera a palazzo Pretorio. Una riunione alla quale ha assistito anche una rappresentanza del forum delle associazioni familiari, esponenti tutti ben distinguibili nelle loro magliette bianche con scritta azzurra.
La proposta, nonostante la contrapposizione che si è concretizzata anche nella spaccatura tra minoranza e maggioranza, ha strappato il primo sì, sigillo che le consentirà di approdare alla discussione del prossimo consiglio comunale che se ricalcherà quella di ieri sera in commissione si preannuncia calda.
E' stato per lo più un testa a testa tra la visione cattolica di Sondrio anch'io - quella che ispira i rappresentanti del forum delle associazioni accorsi in massa a palazzo Pretorio - e quella più laica della maggioranza a tenere banco.
Il capogruppo Davide Tacelli ha monopolizzato l'attenzione e il tempo con un intervento fiume teso a dimostrare l'illegittimità giuridica, l'inutilità, se non addirittura la nocività, e il carattere discriminatorio della proposta che, a detta dello stesso Tacelli, non ha alcun senso di esistere se non all'interno di una disquisizione ideologica e che rischia di depauperare il senso della famiglia così come previsto dall'articolo 29 della Costituzione. "Cose diverse sono la famiglia e le coppie di fatto - ha detto riprendendo le posizioni già espresse alla vigilia -, la prima nucelo fondante della società, la seconda esempio di provvisorietà sul quale sarebbe sciocco investite". "Il Comune è tenuto a promuovere la famiglia e non altro" ha aggiunto paventando il rischio che le poche risorse a disposizione delle politichge a favore dei nuclei familiari potessero essere in qualche modo intaccate dall'arrivo di questo nuovo riconoscimento".
E non è servito che il presentatore, il capogruppo di Sondrio città ideale, Marco Racchetti sottolineasse e ribadisse ciò che è scritto nella proposta - "non si intende in alcun modo equiparare la famiglia dell'articolo 29 con le unioni dell'articolo 2, stiamo parlando di formazioni sociali diverse" - per convincere Tacelli dell'innocuità dell'istituzione del registro. Una posizione della di Rachetti spstenuta anche dal consigliere di Sel Sandro Sozzani - "qui c'è tutto fuorchè un attacco alla famiglia legittima, quella con la f maiuscola" - e da Alberto Mele: "Il Comune di Sondrio non ha mai trascurato la famiglia e questa proposta non fa che interpretare i cambiamenti che avvengono nella società".
Più improntato alla necessità di valutare l'attività amministrativa in modo concreto, l'intervento di Andrea Massera di Sondrio liberale: "Noi dovremmo ispirarci al pragmatismo e non all'ideologismo - ha detto -. Sicuramente in Italia c'è un problema legato alla mancanza di diritti per le coppie omosessuali, ma è il legislatore che deve metterci mano. Quanto alle coppie di fatto non mi pare che ci siano aspettative per questo registro che cozza contro la volontà di libertà e autonomia di chi ha deciso di non sposarsi".
A Massera ha risposto Mira Andriolo del Partito democratico: "Sono molto contenta dell'opportunità che questa proposta ci offre - ha detto -, perchè non è vero che bisogna limitarsi al pragmatismo, ma bisogna tornare a parlare di idee e su queste confrontarsi. La crisi della famiglia, che provoca sofferenza ma esiste, ci interroga e ci chiede di riaprire gli orizzonti. L'apertura del Comune verso questa iniziativa va proprio nella direzione di apertura del dibattito sulle nuove forme di vita in comune che anche la crisi costringe a vautare".
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