IL GARANTE DEI DETENUTI: "COSI' NON VA, IMPOSSIBILE LAVORARE CON LA DIRETTRICE"
Radicali Sondrio
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Riportiamo, e vi proponiamo, un articolo apparso sul quotidiano locale La Provincia di Sondrio pubblicato a pagina 16 dell'edizione di mercoledì 16 marzo 2016:
Il garante dei detenuti chiede sostegno al Comune, perché “con le modalità imposte dalla direttrice non posso svolgere il mio lavoro”. L’ha detto ieri sera in commissione Francesco Racchetti, garante comunale delle persone limitate nella libertà, presentando la relazione annuale sulle sue attività in carcere: il documento elenca diversi problemi sorti dopo l’insediamento della direttrice Stefania Musso, con vari aspetti sui quali Racchetti ha chiesto “una presa di posizione” da parte del Comune. E la gran parte dei consiglieri presenti ieri sera ha intenzione di rispondere all’appello: dopo molti interventi a sostegno del garante, il presidente del consiglio comunale Carlo Zanesi ha preannunciato che nella riunione dei capigruppo “si cercherà di trovare la soluzione operativa per rendere concreto l’impegno”. Voce fuori dal coro, quella di di Gianmario Palotti di Sondrio democratica, secondo il quale “è inopportuno che l’amministrazione prenda posizione”, fermo restando l’apprezzamento per l’opera di Racchetti. Il garante, dal canto suo, ha sottolineato che “se il consiglio comunale riterrò che il modo in cui mi sono mosso non sia più adeguato, tirerò le mie conclusioni conseguenti”, anche perché “in questa situazione - ha detto - non posso svolgere il mio lavoro”.
I problemi evidenziati nella relazione riguardano sia gli incontri con i detenuti, sia i progetti avviati negli anni scorsi. “In precedenza nel carcere tenevo colloqui quindicinali, incontrando una decina di detenuti ogni volta - ha spiegato Racchetti -, in sezione dove tutti potevano vedermi e capire il mio ruolo. Da quando è cambiata la direzione del carcere gli incontri si sono praticamente azzerati, tanto che da ottobre in poi ho incontrato un solo detenuto. La direttrice ha imposto che i colloqui con il garante fossero sempre richiesti a lei e che le richieste venissero motivate, ma poiché gli incontri spesso riguardano argomenti di estrema delicatezza, se viene chiesto di dichiararne il motivo le persone si ritirano”. Gli incontri inoltre sono stati spostati in spazi esterni alla sezione, ha detto Racchetti, il che “ha grande impatto simbolico e pratico”, secondo il garante, perché “i detenuti hanno percepito che il garante non entra in sezione, e per chi non conosce questa figura diventa difficile capirne il ruolo”.
Altrettanto problematica secondo Racchetti è la situazione dei progetti legati all’accordo fra Provincia e Provveditorato regionale che ha portato alla realizzazione dei nuovi spazi didattici nella struttura di via Caimi. “Il protocollo - ha sottolineato il garante - prevedeva esplicitamente la creazione di un laboratorio di informativa, che non è stato allestito. Ho parlato del progetto fin dal primo incontro con la direttrice, trovando però una risposta negativa anche sprezzante”. Anche nelle iniziative di sensibilizzazione e formazione rivolte alle scuole e alla cittadinanza “l’attivitò del garante è stata rifiutata”, ha detto Racchetti, “tant’è che accompagnerò i ragazzi del liceo Piazzi Perpenti a Bollate e a San Vittore, ma non a Sondrio”. E così secondo Racchetti il ruolo viene svuotato.
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