lunedì 3 maggio 2010

Il bavaglio del web

Censure 2.0

SE IL GIUDICE SEQUESTRA UN GIORNALE PUBBLICATO SUL WEB 10 ANNI FA: L'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DEI RADICALI

Radicali Sondrio
radicalisondrio@gmail.com

Davvero senza interruzione la nota serie “Incredibile, ma vero!”... Un giudice del Tribunale di Sondrio, su istanza del curatore di un fallimento (con ricorso d'urgenza ex art. 700 cpc), ordina la rimozione dal sito internet di un periodico mensile di provincia ('l Gazetin, Sondrio) di alcuni articoli ivi pubblicati tra il 2000 e il 2001. Il motivo? Semplice: il curatore si sente leso nella sua onorabilità dalle predette cronache (e, in effetti, narrano proprio lo scandalo di un fallimento che si autoalimenta, con creditori che non ricevono un euro di soddisfo né vedono un piano di riparto da anni e anni, un comitato di creditori presieduto da una Banca che non se ne occupa se non per fare ...un prestito al curatore, etc. etc. Vedere la documentazione* per credere) e il giudice amico (per sua stessa ammissione: nel 2001 dichiara infatti che giocavano assieme a tennis con frequenza settimanale) gli toglie il fastidio!

“La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, come recita l'art. 21 della Costituzione? Che importa: io sequestro e faccio pure pagare le spese per il disturbo. Il fatto è già stato a suo tempo oggetto di procedimento penale (archiviato dal GIP) e civile (con risultati alternati: assoluzione in 1° grado, condanna in 2°, ora in cassazione)? Che importa: sul Web gli stessi articoli costituiscono un 'fatto nuovo'; lo sanno tutti che Internet è una novità...

Qui si ironizza, ma la vicenda ha piuttosto del grottesco. Anche perché è soltanto la punta di un iceberg che affonda la sua massa in un Tribunale nel quale – evidentemente – le cose non girano come dovrebbero... Dallo stesso giornale che viene ora tanto assurdamente colpito già sono stati inviati documentatissimi esposti al Consiglio Superiore della Magistratura, al Ministro della Giustizia, al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione e ora anche i radicali di Sondrio si sono fatti carico di segnalare una situazione che indubbiamente solleva qualche perplessità.

Per questo motivo, perché venga fatta luce su quel che accade al Tribunale di Sondrio, i senatori Marco Perduca e Donatella Poretti, Radicali-PD, hanno rivolto un'interrogazione al Ministro della Giustizia per sapere se non ritenga necessario adeguatamente intervenire promuovendo un'attività ispettiva finalizzata a verificare la sussistenza dei presupposti per attivare, ai sensi dell'art. 14 del decreto legislativo n. 109 del 2006, azione disciplinare nei confronti di magistrati che in relazione alle vicende esposte siano eventualmente incorsi in illeciti di cui agli artt. 1 e 2 dello stesso decreto legislativo.

Qui il testo dell'interrogazione