martedì 25 dicembre 2012

A volte ritornano

Ineleggibile per il Tribunale

COSTANZO, PROMEMORIA PER GLI ELETTORI DEL PD 

Gianfranco Camero
gianfrancocamero@gmail.com



Angelo Costanzo risulta essere candidato alle primarie del PD, che si terranno sabato 29 dicembre per scegliere i designati a far parte delle liste per le prossime elezioni parlamentari.

Già consigliere regionale del PD, a seguito di un ricorso presentato dai Radicali, è stato dichiarato ineleggibile il 12 gennaio 2012 dal Tribunale di Milano che ha accertato la sua continuità nello svolgimento della funzione di Consigliere di Amministrazione dell'ALER sondriese (Azienda Lombarda per l'Edilizia Residenziale) ben oltre la scadenza stabilita dalla legge nel caso di candidati alle elezioni regionali che siano amministratori di enti controllati dalla Regione, violando la norma che intende tutelare il principio di uguaglianza fra i candidati, escludendo dalla competizione elettorale quei soggetti che per la loro particolare posizione o incarico potrebbero influenzare la volontà degli elettori.

Il 12 luglio scorso la Corte d'Appello dello stesso Tribunale ha respinto il suo ricorso, dichiarandolo decaduto dalla carica di Consigliere con sentenza immediatamente esecutiva, divenuta poi definitiva in mancanza di ulteriore ricorso.

A partire dalla trattazione del suo caso nella Giunta delle elezioni in Regione - risolta con uno scambio di favori per salvare la poltrona di un esponente del Pd, appunto Costanzo, e uno del PdL , Giorgio Pozzi (poi decaduto), egualmente ineleggibile per analogo motivo – l'ex consigliere ha cercato in tutti i modi di anticipare le proprie dimissioni dall'ALER, rettificando l'autocertificazione presentata in Regione e persino la presenza ai CdA, nonché le registrazioni in Camera di Commercio, il tutto con la complicità del Presidente dell'ALER, Gildo De Gianni (Lega). E questo per evitare di lasciare il seggio non ad un avversario politico bensì ad un “compagno” di partito di un'altra provincia a cui l'ha sottratto, illegittimamente, per oltre due anni!

In una recente intervista ad un settimanale locale, Angelo Costanzo ha dichiarato: “La mia presenza in quel CdA non ha influito in nessun modo sulla mia elezioni. Un errore che ho pagato a caro prezzo. Per questo ho la coscienza a posto.”

A noi piace ricordare che sulla questione della mancanza di verità sono stati mandati a casa non solo candidati ma anche Presidenti statunitensi.

I Radicali sondriesi offrono questo promemoria agli elettori ed ai dirigenti del PD, preannunciando che per quanto ci sarà possibile continueremo, anche nel corso della campagna elettorale, a richiamare questa vicenda di malcostume politico.

sabato 22 dicembre 2012

Firme Pdl


Esposto sulle firme del Pdl alle regionali del 2010

I RADICALI CHIEDONO UN PRONUNCIAMENTO DELLA MAGISTRATURA PRIMA DELLA PRESCRIZIONE

Gianfranco Camero
gianfrancocamero@gmail.com


I Radicali sondriesi si sono rivolti con una lettera al Procuratore della Repubblica per sollecitare una risposta alla richiesta di accesso agli atti, inoltrata con un'istanza del 3 ottobre scorso, e riguardante un esposto in materia elettorale che ha dato origine ad un'indagine il cui fascicolo risulta essere ancora pendente.

Si tratta di una segnalazione riguardante presunte irregolarità commesse dal PdL nella raccolta delle firme a sostegno del candidato della circoscrizione provinciale, in occasione delle scorse elezioni regionali del 2010, depositata dai Radicali alla Procura della Repubblica in concomitanza con la presentazione delle liste.
Nello specifico si dava notizia che su 1.328 firme computate come valide ben 1.300 erano state raccolte a Sondrio il solo venerdì 26 febbraio (ultimo giorno di raccolta), come risultava dalle autenticazioni apposte in calce ai 68 moduli che le contenevano. L'altro aspetto degno di nota era la straordinaria prestazione dell'unico autenticatore, il consigliere provinciale Alberto Pasina (PdL), che per compiere questa impresa titanica si era stimato che avesse impiegato perlomeno 43 ore consecutive, per far fronte alla supposta ressa dei sostenitori confluiti a Sondrio, da Livigno a Chiavenna, come risultava agli atti.

Inoltre erano state riscontrate una serie di irregolarità formali - come ad esempio ben 676 certificati che attestavano l’iscrizione nelle liste elettorali dei relativi firmatari che erano stati rilasciati dai rispettivi Comuni in data precedente alla stessa sottoscrizione! - riguardanti 988 firme, numero più che sufficiente per invalidare la presentazione della lista.

Ora, in prossimità di una nuova competizione elettorale regionale, sebbene il PdL e gli altri partiti presenti nel Consiglio lombardo abbiano pensato bene di esentarsi dall'onere della raccolta delle firme, i Radicali sondriesi ritengono legittimo richiedere un pronunciamento sulla vicenda dei competenti organi giudiziari, che nel frattempo hanno potuto raccogliere gli elementi di giudizio necessari, prima che eventualmente il fascicolo in questione finisca fra i circa 200 mila casi di prescrizione annua.

mercoledì 5 dicembre 2012

da Rita Bernardini

Questa è carina. Mi chiama un funzionario della Digos per dirmi che deve notificarmi un atto (già so di cosa si tratti... devono comunicarmi che sono INDAGATA per la disobbedienza civile sulla CANNABIS TERAPEUTICA del 9 novembre scorso).
Mi dice "dove gliela notifichiamo?". Io rispondo di essere al Partito Radicale, ma che possono notificarmela alla Camera a partire dalle ore 12.15. Lui mi risponde "Non sarebbe meglio lì al Partito?" e io replico "meglio alla Camera dei Deputati" e lui "ma è più complicato..." E io "appunto".

martedì 20 novembre 2012

Presentazione del libro "Certi Diritti che le coppie conviventi non sanno di avere..."


 Gabriella Friso presenterà il libro: "Certi Diritti che le coppie conviventi non sanno di avere..." 
a Tirano  
venerdì 30 novembre,( al posto del previsto 23 novembre),  alle 20.45.
 presso la Libreria il Mosaico  (Indirizzo: Viale Italia, 29, 23037 Tirano Sondrio)

lunedì 19 novembre 2012

Tharcisse Karugarama, Ministro della Giustizia del Ruanda si è iscritto al Partito Radicale

Tharcisse Karugarama, Ministro della Giustizia del Ruanda, in occasione della Conferenza "Science for Peace" a Milano della Fondazione Umberto Veronesi, si è iscritto al Partito Radicale. Dal 2006 Karugarama, ha assunto l'incarico di Ministro della Giustizia, dopo essere stato vicepresidente e presidente della Corte suprema della Repubblica del Ruanda
PROFILO
1979: Laurea in Giurisprudenza (LL.B Hons); Makerere University.
1980: Specializzazione in pratica legale, Law Development Centre, Kampala (Dip. LP).
1983: Diploma di lingua francese (riconoscimento: Honorable), Parigi, Francia. Studente esterno presso l'Alliance Française di Kampala.
1987: Certificato di operatore in ambito sociale; Nsamizi Entebbe, Uganda.
1988-1993: Numerosi certificati in studi sullo sviluppo rurale e delle comunità.
1997: National Centre for State Courts, Washington D.C., USA.
1998: Ecole Nationale de la Magistrature (ENM); Parigi, Francia.
ESPERIENZA LAVORATIVA
In Ruanda
2006 - oggi Ministro della Giustizia e Procuratore Generale, Repubblica del Ruanda;
Luglio 2004 - Luglio 2006: Presidente della Corte Suprema della Repubblica del Ruanda;
Luglio 1999 - Dicembre 2003: Vice Presidente, Corte Suprema del Ruanda;
Giugno 1996 - Luglio 1999: Pubblico Ministero, Corte di Appello, Ruhengeri;
Tre anni come Presidente della Commissione di riforma legale del Ruanda, e al contempo Vice Presidente, Corte Suprema;
Breve incarico per il film documentario della CNN Rwanda Cry Justice;
Due anni come Co-ordinatore del Progetto Lutheran World Federation (LWF) nella provincia di Umutura
All'estero
1980 – 1984 Procuratore di Stato, Ministero della Giustizia, Uganda
1984 – 1987 Programme Assistant, UNHCR, Kampala, Uganda
1988-1994, District Projects Officer (DPO), SWIP/UNICEF, Uganda

mercoledì 7 novembre 2012

lo Stato di Washington e quello del Colorado votano per la legalizzazione della marijuana per "uso ricreativo".

Referendum, l'America dice si alla marijuana e alle nozze gay Ondata liberale nelle urne: lo Stato di Washington e quello del Colorado votano per la legalizzazione della marijuana per "uso ricreativo". Il Massachusetts solo per "fini terapeutici". Via libera ai matrimoni omosessuali negli Stati di Washington, Maryland e Maine. Bocciata invece in California l'abolizione della pena di morte (ansa)
 - Lo Stato di Washington e del Colorado dicono sì alla legalizzazione della marijuana per "uso ricreativo". Dai referendum americani arriva una ventata liberale: dopo "l'uso terapeutico" (già dal 2009 legalizzato in Colorado, facendo di Denver una sorta di mecca per l'acquisto di cannabis curativa) ora sarà possibile possedere erba anche senza ricetta. In sostanza fumarsi una canna non sarà più un reato, e neanche portarsela in giro. Basterà averne meno di un'oncia, l'equivalente di circa 28 grammi (una soglia abbastanza alta), per non incorrere in alcuna sanzione. Anche in Massachusetts si è votato sull'uso della marijuana, ma il referendum riguardava l'uso terapeutico. Gli elettori chiamati in questa tornata elettorale si sono espressi a favore della legalizzazione, con il 63% dei consensi. Il referendum eliminerà le pene civili e penali per quei pazienti che useranno la marijuana a scopo curativo, ma il paziente dovrà ottenere una certificazione da parte di un medico e dovrà iscriversi in un'apposita lista. In ballo non c'era solo la questione droga: i 176 referendum su cui si è votato toccavano temi molto accesi e anche curiosi. Dai matrimoni gay, passando per l'uso obbligatorio dei preservativi nei film porno e i finanziamenti all'aborto. Risultato importante per i diritti degli omosessuali a Washington, Maryland e Maine: il referendum approva i matrimoni omosessuali. È la prima volta che viene dato il via libera ai matrimoni gay in un referendum. La Florida ha respinto una proposta per proibire l'uso di fondi pubblici per l'aborto per assicurazioni sanitarie che comprendano le interruzioni volontarie della gravidanza. Il 55% ha votato contro il cosiddetto Emendamento 6 e solo il 45% a favore. In contrasto con la ventata liberal degli altri referendum, arriva invece il voto della California sulla pena di morte: gli elettori hanno detto no alla sua abolizione. (07 novembre 2012)

Da "La Repubblica.it"

lunedì 5 novembre 2012

9 NOVEMBRE MANIFESTAZIONE PRO CANNABIS TERAPEUTICA A MONTECITORIO


Venerdì 9 novembre, dalle 11.00 alle 14.00, si terrà a Piazza Montecitorio, nel centro di Roma, una Manifestazione antiproibizionista per chiedere l’accesso alla cannabis per motivi terapeutici.
Oltre a rivendicare l’uso della cannabis per chi soffre, la mobilitazione, organizzata davanti alla Camera dei Deputati, mira anche a sensibilizzare il Governo al fine di ottenere la depenalizzazione, per uso personale, della coltivazione della marijuana.

sabato 3 novembre 2012

Ed or che tutto è chiaro…tutto tace!


“Associazione per la giustizia Avanti Diritto
In memoria di Giovanni Grignano”
Via Stelvio 40
23100 Sondrio

Sondrio, 29 ottobre 2012.

Comunicato Stampa

La scrivente Associazione, impegnata nella difesa della legalità e dello stato di diritto, si rivolge agli organi d’informazione per dare conto di una vicenda, per la quale, dopo ripetute archiviazioni, sono “indagati” anche quattro tecnici del Servizio Edilizia Privata del Comune di Sondrio, della quale ciascuno potrà valutare la gravità, leggendo la dichiarazione, di seguito riportata, di Giuliano Ghilotti, aderente all’Associazione “Avanti Diritto”, di professione Agente di Polizia Locale, parte offesa dai fatti esposti.
Il comunicato è stato altresì trasmesso per conoscenza agli avvocati del Foro di Sondrio nonché alla Giunta e ai consiglieri comunali di Sondrio per una valutazione sull’opportunità di insediare una commissione comunale d’indagine o d’inchiesta sull’operato dell’Ufficio Tecnico di Sondrio  su questa ed altre vicende  (ad es. la sanatoria di Ronchi, concessa malgrado l’abuso sia stato realizzato in gran parte sul terreno di un vicino, e l’abuso di Via Buzzi, autorizzato dallo stesso Ufficio Tecnico).

Il Presidente:
(Franco Gianoncelli)


Sondrio, 29 ottobre 2012

Dichiarazione di Giuliano Ghilotti:
“Non ti meravigliare.
L’occhio di chi è onesto vede soltanto persone oneste.
Solo agli dèi è dato il privilegio di non poter essere ingannati”
dall’opera di Mozart “Thamos  re in Egitto

Ed or che tutto è chiaro…tutto tace!

In merito alle indagini sull’abuso in loc. Maioni (Mossini) il sottoscritto ha inviato un’istanza al PM dott.ssa L. Russo e al Procuratore della Repubblica dott. F. Napoleone, chiedendo un incontro per informare sulla situazione destinata, in assenza di un salto di qualità, a non far luce sui gravi fatti oggetto dell’indagine, che in estrema sintesi si riassumono:
  1. Un tecnico comunale, in un incontro con le parti, affermava in modo contrario al vero che l’edificio da realizzare, adibito ad autorimessa, era “costruzione accessoria” ed in quanto tale non era subordinato al previo consenso dei confinanti (prova: lettera autografa dell’Asseveratore);
  2. I confinanti così ingannati venivano indotti a sottoscrivere un “accordo di buon vicinato”, successivamente spacciato per “Convenzione”, pur non avendone i requisiti;
  3. Anche grazie ad un’infedele rappresentazione dello stato di fatto l’edificio veniva realizzato in difformità (sopra il livello della stradina e senza alcuna distanza dalla stessa) che lo rendeva totalmente abusivo (prova: perizia di parte);
  4. L’U.T. senza alcun sopralluogo dichiarava la conformità dell’opera continuando ad omettere di qualificare l’edificio (accessorio oppure no?);
  5. L’edificio realizzato era di circa 72 mq, per essere considerato accessorio non doveva  raggiungere i 9 mq (prova: perizia di parte).
  6. Costretti al sopralluogo, i tecnici comunali, per superare l’inaspettato problema della mancata distanza dalla strada qualificavano “cordolo” il fabbricato emergente e dichiaravano che la strada (in parte già presente in una antica mappa del 1784, nelle mappe del 1853 dell’Archivio di Stato ed interamente riportata nella mappa impianto catasto del 1941) non era tale “ai sensi del PRG” (prova: l’evidenza e le Norme Tecniche Attuazione del PRG);
  7. Dopo l’archiviazione, nuove indagini qualificavano il fabbricato come non accessorio a cui quindi si rimediava spacciando per   “Convenzione” l’accordo carpito con l’inganno agli ignari confinanti; nuova archiviazione;
  8. A seguito di un incontro del sottoscritto con l’allora Procuratore della Repubblica dott. G. Avella ulteriori indagini furono affidate al Comandante Provinciale del Corpo Forestale dott. E. Leali: l’informativa, recuperata solo di recente, si conclude con una nuova archiviazione;
  9. Il fabbricato dunque non è un accessorio ma la nuova perizia svela che gli oneri di costruzione e urbanizzazione sono stati pagati come accessorio, sottraendo al Comune (da qui l’ipotesi di reato di truffa aggravata) 1.706,17 (prova: perizia di parte);
  10.  Dalla denuncia supportata dalla documentata perizia sono trascorsi sedici mesi e nessun atto di indagine è stato compiuto.

Ogni commento è superfluo essendo il procedimento destinato all’inevitabile prescrizione in assenza:
1) dell’intervento diretto del Procuratore; 2) dell’affidamento delle indagini ad un Ufficio di polizia giudiziaria adeguato ed attrezzato; 3) dell’incarico ad un perito; 4) della riconsiderazione delle ipotesi di reato frettolosamente archiviate per falso ideologico, omissione di atti d’ufficio, abuso d’ufficio, favoreggiamento e abuso edilizio; 5) di indagini condotte con la sola finalità di accertare la verità e assicurare il rispetto delle norme da parte di tutti, nessuno escluso.

Giuliano Ghilotti

Report


Il team Gabanelli

"IL PAPA RE", AL SECOLO ROBERTO FORMIGONI, IN ONDA DOMENICA 4 NOVEMBRE 

Radicali Sondrio
radicalisondrio@gmail.com



Gentili telespettatori, vi comunichiamo che domenica 4 novembre alle 21.30 andrà in onda la nuova puntata di Report che si si intitola: "IL PAPA RE" ed è a cura di Alberto Nerazzini.

Roberto Formigoni, il presidente di Regione più longevo d'Italia, cade dopo quasi diciott'anni di governo ininterrotto perché un'onda giudiziaria senza precedenti travolge lui, la sua giunta e il Consiglio. È l'epilogo di una legislatura sciagurata, nata con lo scandalo delle firme false per la presentazione della lista Formigoni e che in soli due anni e mezzo è riuscita a offrire un compendio davvero variegato di inchieste e accuse di reato, «una sorta di olimpiade della corruzione, o comunque della malversazione e della cattiva politica», per usare le parole del consigliere di opposizione Civati. Ma la fine dell'ennesima legislatura formigoniana segna anche l'epilogo dell'uomo politico? Oppure Formigoni è già pronto per una nuova stagione? Magari con un nuovo partito?

L'inchiesta «Il Papa Re» racconta il fenomeno politico Formigoni, tornando alle origini del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione fondato da Don Giussani e racconta il suo braccio politico, il Movimento Popolare creato proprio da Formigoni. Parla dei rapporti poco noti tra CL e Berlusconi, con testimonianze inedite. Racconta gli sviluppi delle nuove inchieste che lo riguardano o lo sfiorano, ritorna su quelle chiuse del recente passato. Perché «Il Papa Re» indaga anche sull'entourage di Formigoni, sugli uomini del Presidente che erano indagati ieri e sono indagati oggi; esplora il riservato e misterioso mondo dei memores domini, l'associazione di monaci laici a cui da 42 anni appartiene Formigoni e che raggruppa i ciellini dedicati totalmente a Dio, nel rispetto della promessa di obbedienza, povertà e verginità.

L'inchiesta di Report in onda domenica 4 novembre, realizzata da Alberto Nerazzini, indaga su un sistema politico e di potere che supera i confini della Lombardia, con le sue ramificazioni nel sistema economico, nell'educazione, e con la sua decennale trasversalità. Con interviste inedite, per esempio, svela i protagonisti dell'ultima inchiesta della Procura di Milano che coinvolge i vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo e, ancora una volta, sfiora il «Papa Re». 

Firmontopoli

Bagarre nel centrodestra

INCHIESTA SULLE FIRME, SCONTRO NEL GRUPPO PDL SULLE PARCELLE AI LEGALI

Andrea Senesi
Corriere della Sera

mercoledì 17 ottobre 2012

Mozione Generale

L'approvazione del Comitato Nazionale 

IL TESTO INTEGRALE DELLA MOZIONE DI RADICALI ITALIANI DELL'OTTOBRE 2012






Di seguito il testo integrale della mozione generale presentata dal Segretario di Radicali Italiani Mario Staderini e dal Tesoriere Michele De Lucia, e approvata dal Comitato Nazionale.

Il Comitato nazionale di Radicali Italiani, riunitosi a Roma il 12, 13 e 14 ottobre 2012, ascoltate le relazioni del Segretario e del Tesoriere, le approva.
Il Comitato rivendica come, grazie alla pluridecennale esperienza e alla continuità delle lotte per la legalità degli appuntamenti elettorali e per la pubblicità dei momenti istituzionali e dell’utilizzo delle risorse pubbliche, i Radicali sono stati precursori e determinanti nell’innescare il processo di crisi e disgregazione dei blocchi di potere partitocratico che hanno stravolto e corrotto l’istituto della Regione, a partire dal Lazio di Renata Polverini e dalla Lombardia di Roberto Formigoni. Una verità che i media di regime hanno sistematicamente nascosto agli italiani e quasi sempre falsificato, negando la natura “altra” della storia e del vissuto radicale.
Si aggrava, in questo modo, la censura e la rimozione sistematica delle campagne politiche radicali che è alla base anche della grave situazione economica e organizzativa del Movimento, al punto da metterne gravemente in discussione la stessa possibilità di continuare ad operare oltre la data stabilita per la tenuta dell’XI Congresso, convocato a Roma dal 1° al 4 novembre.
Il Comitato impegna gli organi dirigenti a integrare il documento “La Peste italiana” con specifici approfondimenti, in particolare per quanto riguarda la denuncia dell'illegalità del processo democratico e della giurisdizione, al fine di restituire memoria sulla continuità e sulla durata di alcuni dei fronti di resistenza più significativa e per meglio armare le lotte future.
Il Comitato denuncia i tentativi in corso –rispetto ai quali il Presidente della Repubblica è purtroppo inerte e non esente da responsabilità- per mantenere il carattere antidemocratico delle prossime elezioni, a partire dalla fase di presentazione delle liste,  le cui condizioni si prefigurano identiche a quelle che hanno determinato, da ultimo, i casi di illegalità conclamata nelle elezioni regionali.  Ma, soprattutto, l’annunciata, pervicace volontà di modificare le regole del gioco a poche settimane dal voto - in aperto contrasto con il principio di stabilità delle leggi elettorali elaborato a livello di Consiglio d’Europa e riconosciuto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo - pone la Repubblica al di fuori di ogni standard internazionale. 
Il Comitato sostiene l’iniziativa nonviolenta condotta dal 18 settembre dal deputato radicale Maurizio Turco affinché i cittadini siano almeno informati di questa realtà e impegna gli organi dirigenti a proseguire nelle iniziative politiche e giudiziarie volte all’affermazione del principio “conoscere per deliberare” e alla riparazione in favore degli italiani di quanto sinora negato dal servizio pubblico radiotelevisivo, in primo luogo con la cancellazione per quattro anni delle tribune politiche, obbligatorie per legge.
Il Comitato, considerata l'opportunità di fare tesoro persino di elezioni truccate per creare nuove occasioni di lotta politica e di denuncia del carattere di delinquente professionale dello Stato italiano, dà mandato agli organi dirigenti: 
  • nell'immediato, di predisporre delle liste radicali per la legalità sulle quali iniziare da subito a raccogliere firme –con un tavolo simbolico in piazza del Quirinale- e così avvertire i cittadini che il processo elettorale è di già iniziato, in quanto la legge fissa in sei mesi precedenti al termine di deposito delle liste il momento a partire dal quale vanno raccolte le oltre 160 mila sottoscrizioni necessarie per partecipare alle elezioni politiche;
  • di operare assieme ai soggetti della “galassia” per la predisposizione di liste radicali per le elezioni, sia politiche nazionali che regionali e locali; tali liste dovranno essere aperte alle personalità e ai militanti di ogni provenienza politica e civile che si riconoscono negli obiettivi di alternativa radicale, nonviolenta e democratica. Il Comitato rivolge un urgente appello perché tali personalità e militanti, a partire dai protagonisti della lotta per la legalizzazione della giustizia e del carcere, partecipino con pieno diritto al Congresso;
  • di depositare in Corte di Cassazione i quesiti referendari sinora predisposti e quelli che si riusciranno a preparare. Queste proposte, da presentare a Congresso invitando singole personalità e organizzazioni disponibili ad esserne copromotori, dovranno essere tali da esprimere  un programma di governo alternativo;
  • di avviare l’urgente mobilitazione di tutte le forze militanti per consentire l’avvio in contemporanea della campagna di raccolta firme per le elezioni e della campagna referendaria, con una selezione dei quesiti già depositati.
Il Comitato, inoltre, prende atto della scelta di Bersani, Nencini e Vendola di procedere congiuntamente alla stesura di una “carta d’intenti”, escludendo totalmente il movimento radicale e referendario; una scelta che, pur non sorprendendo, appare quanto mai scandalosa, sia nel metodo con il quale quegli apparati hanno tagliato fuori dalla decisione i loro stessi dirigenti e militanti, sia nel merito di una continuità con il peggio delle tradizioni trasformiste e togliattiane.
Il Comitato saluta e ringrazia le 1.611 persone – 1.148 iscritti e 463 contribuenti – che hanno deciso di sostenere il Movimento per il 2012, per un autofinanziamento complessivo di 203mila euro, e si appella a tutti gli iscritti e ai militanti affinché si mobilitino, assieme agli organi dirigenti, per la raccolta di almeno duecento nuovi iscritti, o l’equivalente in contributi, entro la tenuta del Congresso stesso.
Il Comitato, infine, saluta le oltre 300 mila firme raccolte sugli otto referendum di "Roma Sì muove" che rappresentano uno straordinario patrimonio di partecipazione ed entusiasmo oltre che la migliore risposta al malaffare partitocratico,  e ringrazia le centinaia di volontari che hanno organizzato banchetti referendari durante i mesi estivi nonostante gli ostacoli frapposti dall'assenza di legalità, dai media di regime e dagli apparati di quelle forze politiche e sociali che hanno vissuto con timore la prospettiva di dare voce, attraverso i referendum, a quei cittadini che hanno costantemente ingannato.

martedì 16 ottobre 2012

La fine del Celeste non è la fine degli scandali


La fine del Celeste non è la fine degli scandali
Riforme “radicali” per abbattere il sistema

Marco CappatoPubblicato da 
il 16 ottobre 2012.
Pubblicato in gli Altri.
È già successo vent’anni fa: i partiti travolti dagli scandali, un pezzo di ceto dirigente spazzato via, arresti e proteste di piazza. Non finì bene. Il cambio di sigle e protagonisti non arginò il degrado politico-istituzionale con i suoi “prodotti”, dal debito pubblico a quello ecologico, dal collasso della giustizia al declino economico.
Che oggi possa finire peggio di vent’anni fa lo dicono il contesto e i protagonisti. Il contesto è quello di una crisi certamente più profonda di allora, sia sul piano sociale che su quello istituzionale. Sui protagonisti, basta seguire alcune storie e percorsi compiuti da allora ad oggi. Di Pietro, da pm che provocò lo scioglimento di alcuni partiti, ora deve fare i conti con i guai del proprio. E mentre Franco Fiorito racconta che a lanciar monetine a Craxi davanti al Rapaehl vent’anni fa c’era anche lui, le piazze antiformigoniane si riempiono di personalità che fino a ieri avevano convissuto con il Governatore nel ricco sistema di appalti e spartizioni, di coperture sia giudiziarie che televisive.
Proprio la parabola della Lombardia formigoniana è emblematica del processo in atto e delle alternative possibili. Come gli italiani non sanno, il Consiglio regionale della Lombardia insieme alla Giunta e al suo Presidente sono stati costituiti grazie a una truffa elettorale scoperta e denunciata dai Radicali. Sarebbe bastato che fossimo in una democrazia e in uno Stato di diritto per impedire che si tenessero elezioni illegali, come avevamo per tempo chiesto al Presidente della Repubblica, o per annullarle subito. Non siamo stati ascoltati, né da colui che dovrebbe essere supremo garante della legalità costituzionale, né dai partiti della opposizione ufficiale, i cui vertici o se ne sono disinteressati oppure, è il caso del Pd, hanno ostacolato attivamente l’azione politica e giudiziaria radicale.
A chi avesse dei dubbi sul carattere trasversale del sistema Lombardia, tra Compagnia delle opere e cooperative di ogni colore, basti ricordare che il candidato della sinistra si chiamava Penati, cioè una personalità che poteva ambire a modificare i rapporti di forza tra gruppi di potere, ma non di rappresentare un’alternativa. Ecco perché è bene oggi essere più che diffidenti di fronte alle tardive chiamate alla ribellione antiformigoniana invocata dallo stesso sindaco Pisapia: non c’è soltanto il problema di evitare che qualche giovane “Fiorito” di oggi segua percorsi simili, ma anche di impedire a un pezzo di partitocrazia di salvare se stessa buttando a mare altri pezzi, come si illuse di fare Occhetto con la “gioiosa macchina da guerra” di allora. La foto della “macchinina da guerra” di Bersani, Nencini, Vendola, con tanto di tentativo di esclusione di Verdi, Di Pietro e Radicali, non lascia ben sperare.
Oggi come allora, non esistono scorciatoie. Per fermare sia il declino economico che il degrado istituzionale sono indispensabili riforme radicali: chiudere il rubinetto dei finanziamenti pubblici ai partiti, al Vaticano e a tutto il parastato corporativista; fare una legge elettorale che metta al centro la persona invece che i partiti; rendere capillare e sistematica l’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati; far ripartire la giustizia, con una grande amnistia legale che sconfigga l’amnistia clandestina delle prescrizioni. Queste riforme non sono all’ordine del giorno di una campagna elettorale ormai aperta, e che fin d’ora si può prevedere sarà condotta nella più assoluta illegalità: abolizione delle tribune elettorali, impossibilità di raccogliere le firme legalmente, città incartate da manifesti abusivi, rimborsi elettorali truffaldini, negazione di ogni diritto dei cittadini a conoscere per deliberare.
Le questioni sul tavolo sono tanto numerose e tanto gravi da imporre che si chiami in causa innanzitutto il ruolo di Giorgio Napolitano, non soltanto per le sue responsabilità istituzionali, ma ancora di più per quelle responsabilità politiche che, fuori e spesso contro la Costituzione, lui stesso si è attribuito come grande regista di questa fase dalla nascita del Governo Monti.
Il primo problema che il Presidente dovrebbe smettere di ignorare sono le condanne dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani per lo stato della nostra giustizia e delle nostre carceri. Finché il nostro Paese non diverrà capace di rispettare la legalità internazionale, non sarà neanche attrezzato per fare fronte alla marea di scandali con quell’unico strumento che è più forte di ogni trasformismo e di ogni epurazione: quello del rispetto della legge. Noi Radicali, come abbiamo fatto su giustizia e carceri o sulla pubblicazione dei bilanci dei Gruppi della Regione Lazio o su “Firmigoni”, continueremo a fare la nostra parte.

lunedì 15 ottobre 2012

L’abominevole morte di Luigi Marinelli

Alessandro Litta Modignani

15-10-2012
Sempre più spesso sentiamo nominare Cucchi, Aldrovandi, Bianzino, Uva.... Nomi diventati tristemente familiari, evocatori di arbitrio, brutalità, violenza, morte, denegata giustizia. Il muro dell’omertà e del silenzio poco alla volta si rompe, le famiglie coraggiose non si rassegnano al dolore della perdita, facebook e internet fanno il resto, obbligando la carta stampata ad adeguarsi e a rispettare il dovere di cronaca. Così, uno dopo l’altro, altri nomi e altre vicende emergono dall’oscurità e assurgono alla dignità di “casi”. La lista si allunga, nuovi nomi si aggiungono, con le loro storie di ordinaria follia.
Alla presentazione del libro-denuncia di Luca Pietrafesa “Chi ha ucciso Stefano Cucchi?” (Reality Book, 180 pagine) tenuta nei giorni scorsi nella sede del Partito radicale a Roma, ha finalmente trovato la forza interiore di parlare Vittorio Marinelli, che con voce rotta dall’emozione ha raccontato la morte abominevole, letteralmente “assurda” di suo fratello Luigi.
Luigi Marinelli era schizofrenico, con invalidità riconosciuta al 100%. Si sottoponeva di buon grado alle terapie che lo tenevano sotto controllo, dopo un passato burrascoso che lo aveva portato in un paio di ospedali psichiatrico-giudiziari. Spendaccione, disturbato, invadente fino alle soglie della molestia, divideva la sua vita fra gli amici, la sua band e qualche spinello. Era completamente incapace di amministrarsi. Ricevuta in eredità dal padre una certa somma, la madre e i fratelli gliela passavano a rate, per evitare che la sperperasse tutta e subito. Rimasto senza soldi, la mattina del 5 settembre 2011 Luigi va dalla madre, esige il denaro rimanente; si altera, dà in escandescenze, minaccia, le strappa la cornetta dalle mani – ma non ha mai messo le mani addosso a sua madre, mai, neppure una sola volta nel corso della sua infelice esistenza.

Messa alle strette, la madre chiama Luisa (la fidanzata di Luigi, anch’ella schizofrenica) chiama l’altro figlio Vittorio, chiama la polizia e quest’ultima decisione si rivelerà fatale. Arrivano due volanti - poi diventeranno addirittura tre o quattro - trovano Luigi che straparla come suo solito semi-sdraiato sulla poltrona, esausto ma in fin dei conti calmo. Gli agenti chiamano il 118 per richiedere un ricovero coatto. Arriva Vittorio, mette pace in famiglia, madre e figlio si riconciliano, Luigi riceve in assegno il denaro che gli appartiene e fa per andarsene. Ma la polizia ha bloccato la porta e non lo lascia uscire, dapprima con le buone poi, di fronte alle crescenti rimostranze, con l’uso della forza. Luigi è massiccio, obeso, tre poliziotti non bastano, ne arriva un quarto enorme e forzuto. Costui blocca lo sventurato contro il muro, lo piega a terra, lo schiaccia con un ginocchio sul dorso, gli torce le braccia dietro la schiena e lo ammanetta, mentre Vittorio invita invano gli agenti a calmarsi e a desistere. “Non fate così, lo ammazzate...!” dice lui, “Si allontani!” sbraitano quelli. Vittorio vede il fratello diventare cianotico, si accorge che non riesce a respirare, lo guarda mentre viene a mancare. Allontanato a forza, telefona per chiedere aiuto al 118 ma dopo due o tre minuti sono i poliziotti a richiamarlo. Luigi ormai non respira più ma ha le braccia sempre bloccate dietro alla schiena: le chiavi delle manette.... non si trovano! La porta di casa è bloccata, non si sa da dove passare, un agente riesce finalmente a trovare la porta di servizio, scende alle auto ma le chiavi ancora non saltano fuori. “Gli faccia la respirazione bocca a bocca!” gridano gli agenti in preda nel panico (Luigi è bavoso e sdentato, a loro fa schifo, poverini). Liberano infine le braccia ma ormai non c’è più niente da fare. Il volto di Luigi è nero. E’ morto. Arriva l’ambulanza, gli infermieri si trovano davanti a un cadavere ma, presi da parte e adeguatamente istruiti, vengono convinti dagli agenti a portare via il corpo per tentare (o meglio: per fingere) la rianimazione. Il resto di questa storia presenta il solito squallido corollario di omertà, ipocrisia, menzogne, mistificazioni. Gli agenti si inventano di avere ricevuto calci e pugni per giustificare l’ammanettamento, il magistrato di turno avalla la tesi della “collutazione”. L’autopsia riscontra la frattura di ben 12 costole e la presenza di sangue nell’addome, la Tac rivela di distacco del bacino, evidenti conseguenze dello schiacciamento del corpo. Le analisi tossicologiche indicano una presenza di sostanze stupefacenti del tutto insignificante. A marzo il pm chiede l’archiviazione sostenendo che la causa della morte è stata una crisi cardiaca. La famiglia presenta opposizione. Qual è stata la causa della crisi cardiaca? Perché è stato immobilizzato? Era forse in stato d’arresto? In questo caso, per quale reato? Le varie versioni degli agenti, mutate a più riprese, sono in patente contraddizione. “Gli venivano subito tolte le manette” è scritto spudoratamente nel verbale, mentre in verità gli sono state tenute per almeno 10 minuti, forse un quarto d’ora. L’ultima volante dei Carabinieri, sopraggiunta sul posto, descrive nel verbale “un uomo riverso a terra ancora ammanettato”. Ma quando Vittorio Marinelli fa notare al magistrato che questa è evidentemente la “causa prima efficiente” dell’arresto cardiaco, si sente rispondere dal leguleio che “la sua è un’inferenza”. Resta il fatto che prima di essere ammanettato Luigi Marinelli era vivo, dopo è morto. Queste sono le cosiddette forze del cosiddetto ordine, questa è la magistratura dell’Italia di oggi. Tornano alla mente le parole pronunciate da Marco Pannella in una conferenza stampa di un paio di anni fa: “Presidente Napolitano, tu sei il Capo di uno Stato di merda”.





sabato 13 ottobre 2012

Cappato & Federic

Il Presidente dei Radicali federalisti europei e il membro della Direzione nazionale dei Radicali italiani 

SEA-SERRAVALLE: "COMUNE E PROVINCIA VENDANO INSIEME TUTTE LE QUOTE PER CREARE LA CITTA' METROPOLITANA DELLA MOBILITA' SOSTENIBILE" 

Radicali Sondrio
radicalisondrio@gmail.com


"Invece di perdersi nell'ingegneria finanziaria, appesantiti da diffidenze politiche e interessi di bottega contrastanti, il Comune e la Provincia di Milano dovrebbero unire le proprie forze per realizzare una grande operazione che liberi risorse per rilanciare l'economia milanese e lombarda. Proponiamo a Pisapia e Podestà di mettersi assieme per vendere la totalità delle quote pubbbliche di Serravalle e di SEA, attraverso due gare internazionali -una per Serravalle e una per SEA- dismettendo sia le quote del Comune che quelle della Provincia. In questo modo si massimizzerebbe l'introito per i due Enti pubblici, i quali potrebbero ridurre tasse e debito, e assieme investire per un grande piano di infrastrutture ecologiche per i trasporti. In questo modo Milano anticiperebbe nei fatti la creazione di una "Città metropolitana della mobilità sostenibile".

giovedì 11 ottobre 2012

Firmigoni

Formigoni condannato per diffamazione ai Radicali nelle elezioni regionali del 2010

FIRME FALSE, FORMIGONI CONDANNATO A RISARCIRE 110 MILA EURO AI RADICALI

Luigi Ferrarella

MILANO - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni è stato condannato dalla giudice Carmen D’Elia a 900 euro di multa e 110 mila euro di risarcimento per aver diffamato i Radicali della lista Bonino-Pannella, nelle persone del candidato alle elezioni regionali 2010 Marco Cappato e di Lorenzo Lipparini, tacciandoli di aver partecipato a una macchinazione finalizzata a escludere il centrodestra dalle elezioni regionali 2010. Il risarcimento è così costituito: 50mila euro a Marco Pannella come rappresentante della lista, 30 mila euro a testa ai due militanti.

LA REAZIONE - «Quando c'è di mezzo Formigoni si innovano anche le leggi», ha commentato a caldo il governatore lombardo. «È la prima volta - ha esclamato - che un tribunale mette bocca in una polemica tra politici. È una sentenza che istituisce un precedente».

LE ACCUSE - La sentenza è la conseguenza della reazione-boomerang di Formigoni un anno fa all'emergere (su input dei Radicali) di firme false nella presentazione della sua lista alle elezioni regionali 2010. In dichiarazioni a quattro quotidiani, il 5 marzo 2010 Formigoni non solo si difese, ma si azzardò a ribaltare le accuse, addebitando ai Radicali d'aver «potuto compiere qualsiasi atto manipolativo, compresa la sottrazione di documenti» in tribunale; in particolare avanzò il sospetto che, essendo «rimasti 12 ore da soli con in mano penne e borse» a controllare i registri, avessero «potuto manipolare le liste, correggerle, spostare i documenti come volevano», al punto che «51 certificati, a una prima verifica segnalati come presenti, dopo la visita dei Radicali non c' erano più».

FIRME EFFETTIVAMENTE FALSE - Questa ricostruzione per il pm Mauro Clerici si è rivelata falsa. Come le 926 firme effettivamente false senza le quali le sue liste nel 2010 non avrebbero potuto presentarsi al voto e raccogliere 2 milioni e 700 mila suffragi contro il candidato pd Filippo Penati: vicenda per la quale il pm Alfredo Robledo ha chiesto il rinvio a giudizio» di un nugolo di consiglieri provinciali Pdl, della responsabile elettorale Pdl Clotilde Strada, e (come istigatore) dell'allora coordinatore Pdl e oggi presidente della Provincia di Milano Guido Podestà.

I RADICALI - «Un giudice ha riconosciuto l'onore ai radicali. Noi da 10 anni denunciamo in tutta Italia come i partiti raccolgono le firme». È il commento di Marco Cappato, esponente radicale, sulla sentenza del Tribunale di Milano.

mercoledì 10 ottobre 2012

Diffamazione contro i Radicali

Domani la Sentenza

LA LUNGA NOTTE DI FIRMIGONI

Lorenzo Lipparini
www.lorenziolipparini.it




Milano, 10 ottobre 2012 -   Domani, giovedì 11 ottobre, alle ore 14.30, si terrà presso la IV sezione penale bis del tribunale di Milano l'ultima udienza del processo che vede imputato il Presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni per diffamazione nei confronti dei Radicali Marco Pannella, Marco Cappato e Lorenzo Lipparini. Il processo riguarda le dichiarazioni di Formigoni sulle firme false presentate a sostegno della propria candidatura, a suo avviso frutto di un complotto dei Radicali. L'udienza è convocata per ascoltare le repliche delle parti, alle quali seguirà la lettura della sentenza. Il Pubblico Ministero ha chiesto un anno di reclusione per Formigoni e il pagamento di 500 euro, i Radicali il risarcimento dei danni non patrimoniali per 200.000 euro. All'udienza saranno presenti gli esponenti Radicali Marco Cappato e Lorenzo Lipparini, assistiti dall'avvocato Giuseppe Rossodivita. 

mercoledì 3 ottobre 2012

proiezione del film Bella addormentata e dibattito con il regista MARCO BELLOCCHIO e BEPPINO ENGLARO


FONDAZIONE PER ELUANA, CELLULA COSCIONI LECCO e QUI LECCO LIBERA

organizzano

proiezione del film Bella addormentata e dibattito con il regista MARCO BELLOCCHIO e BEPPINO ENGLARO

modera ADRIANA PANNITTERI, giornalista TG1


9 OTTOBRE 2012, ORE 20.45
SALA TICOZZI
VIA ONGANIA, 4 - LECCO

INGRESSO LIBERO


BELLA ADDORMENTATA
Italia, 2012
01 Distribution
Film in concorso alla 69ma edizione della Mostra del cinema di Venezia


"Bellocchio non si nasconde dietro alcuna ideologia, alcun pregiudizio, alcun valore assoluto e apodittico (...) C'è, in questa scelta, un gusto profondo per la libertà, per la sua e per la nostra" - Roberto Escobar, L'Espresso

"Lo splendore del cinema di Bellocchio riemerge in scene memorabili" - Curzio Maltese, La Repubblica

"Un potente e complesso omaggio alla vicenda di Eluana Englaro" - Pedro Armocida, il Giornale

"Bella addormentata non ha alcun interesse a convincere la gente di qualcosa, ma ha un grande interesse ad illuminare la società contemporanea italiana" - Deborah Young, Hollywood Reporter

"Lo spettatore si ritrova sullo schermo non il muro contro muro, ma le tante tessere di un mosaico che deve ricostruire" - Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera

"Bella addormentata ha numerose scene di enorme potenza" - Jay Weissberg, Variety

per informazioni 3381586229 (Luca) o 3396903182 (Sergio)


Altre iniziative

PERCHE' L'ANTIPROIBIZIONISMO E' LOGICO (E MORALE) 
Venerdì 5 ottobre 2012, ore 20.15, Centro Sociale Germanedo, via Dell'Eremo, Lecco (di fronte all'Ospedale Manzoni). Dibattito con Persio Tincani, docente di filosofia del diritto UNIBG, Michele De Lucia, tesoriere di Radicali Italiani, Lucia Spiri e Andrea Trisciuoglio, protagonisti della battaglia per la libertà di cura. Iniziativa promossa da Cellula Coscioni Lecco e Qui Lecco Libera. 

IX CONGRESSO ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI 
Sabato 6 e domenica 7 ottobre 2012, Palazzo Reale, Piazza Duomo, 14 a Milano. Inizio dei lavori ore 9.00. Sono invitati iscritti e non iscritti. Da Lecco partiremo in auto, per info 3381586229 (Luca). 


_________________
Associazione Radicali Lecco
via Col di Lana, 19 - Lecco
23900

mercoledì 26 settembre 2012

Firmigoni

Aspettando la sentenza 

DOMANI FORMIGONI CHIAMATO A DIFENDERSI SULLA DIFFAMAZIONE CONTRO I RADICALI 

Lorenzo Lipparini
www.lorenzolipparini.it


Domani, giovedì 27 settembre, alle ore 9.30, si terrà presso la IV sezione penale bis del tribunale di Milano l'udienza del processo che vede imputato il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni per diffamazione nei confronti dei Radicali Marco Pannella, Marco Cappato e Lorenzo Lipparini.

Il processo riguarda le dichiarazioni di Formigoni sulle firme false presentate a sostegno della propria candidatura, a suo avviso frutto di un complotto dei Radicali. Domani sarà il turno dell'intervento della difesa, in vista dell'ultima udienza del 4 ottobre.

A curare gli interessi dei Radicali sarà l'avvocato GiuseppeRossodivita, cosigliere regionale del Lazio che con Rocco Berardo ha fatto scoppiare lo scandalo sulle spese dei gruppi
consiliari della Pisana.

Il Pubblico Ministero ha chiesto un anno di reclusione per Formigoni e il pagamento di 500 euro, i Radicali il risarcimento dei danni non patrimoniali per 200.000 euro.



sabato 28 luglio 2012

DIMEZZARE L'8xMILLE

(lettere al Manifesto)
GIULIA CRIVELLINI *
26.07.2012
Ogni anno più di un miliardo di euro delle tasse dei cittadini vengono trasferiti ai soggetti destinatari dell’8 per mille e, secondo un bizzarro meccanismo per il quale anche chi non sceglie si vede comunque il proprio gettito ripartito, il 90% finisce alla Conferenza Episcopale Italiana.
Nel 1990 la CEI incassava 210 milioni di euro dall’8 per mille mentre a partire dal 2002 incassa 1 miliardo di euro l’anno. Cioè cinque volte quanto incassava vent’anni fa. Intanto, nello stesso periodo, le spese per lo stipendio dei sacerdoti (la principale voce cui la legge vincola l’uso dei fondi) sono passate dai 145 milioni di euro del 1990 ai 358 milioni di euro del 2010, poco più che il doppio. In Italia, esiste una legge, la 222 del 1985, che prevede un meccanismo di valutazione triennale dell’entità del gettito, al fine di ridurre l’aliquota in caso di aumento dell’8 per mille. Quindi da almeno dieci anni la legge imporrebbe che si riducesse l’aliquota, dimezzandola al 4 per mille, ma la Commissione istituita ad hoc all’interno della Presidenza del Consiglio non ha mai reso pubblici i suoi atti né le sue valutazioni.
Proprio nel periodo in cui il Governo sta svolgendo una revisione della spesa pubblica per recuperare fondi utili alla riduzione del debito pubblico e alle riforme, chiediamo che venga
avviata al più presto la procedura prevista dalla legge. Non si parla solo di rispettare le regole, ma di far risparmiare alle casse dello Stato almeno 500 mila euro all’anno.
* Membro di Giunta di Radicali Italiani

sabato 21 luglio 2012

Amnistia subito!


Anche Radicali Sondrio, sotto la guida di Mariolina Nobili,  ha partecipato ai quattro giorni di nonviolenza promossi dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito , presenziando davanti alle carceri di Sondrio (questa mattina sabato 21 Luglio) con manifesti, uno striscione e volantini.
Invitiamo a sottoscrivere l'appello rivolto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al sito www.amnistiasubito.it , nel quale si ribadisce la prepotente urgenza per lo stato italiano di rientrare nel diritto costituzionale e dei diritti umani (anche in base alle condanne della Corte Europea dei Diritti dell' Uomo su sovraffollamento - condizione dei detenuti e sulla abnorme lunghezza dei processi).(Il testo completo QUI)
Giovanni Sansi