INCHIESTA SULLE FIRME, SCONTRO NEL GRUPPO PDL SULLE PARCELLE AI LEGALI
Andrea Senesi
Corriere della Sera
Non si litiga più solo per la «linea» da tenere in vista delle imminenti elezioni per il Pirellone. Nel gruppo regionale del Pdl non è più solo una questione di formigoniani contro berluscones e di Albertini contro Maroni. L'ultima spaccatura si deve alle parcelle degli avvocati. La storia è questa. I 26 consiglieri regionali azzurri si sono visti recapitare nei giorni scorsi le fatture dei legali che hanno seguito in questi anni le cause contro i Radicali della lista Bonino sulla vicenda delle presunte firme false allegate al listino di Roberto Formigoni.
Due distinte parcelle, da 3mila euro ciascuna, che hanno scatenato una mezza rivolta nel gruppo. Più d'un consigliere ha annunciato a muso duro di non avere alcuna intenzione di saldare il conto. «E una questione che riguarda il partito e il presidente Formigoni. Ci pensino loro», sono insorti alcuni eletti azzurri. Prova a rimettere le cose a posto il capogruppo Paolo Valentini: «L'equivoco si deve probabilmente al fatto che tra le varie voci c'era anche quella relativa alla querela di falso.
Qualcuno deve aver pensato che Formigoni scaricasse le spese per la sua causa per diffamazione con i Radicali sul gruppo, ma non è affatto così. La querela di falso riguarda a pieno titolo il procedimento sulle presunte firme false che se avesse dato ragione ai proponenti avrebbe portato allo scioglimento immediato del Consiglio. Proprio per questa ragione ai tempi fu chiesto ai singoli consiglieri di costituirsi in processo». Conferma l'avvocato Luca Giuliante: «Si sono costituiti per tutelare la loro posizione di eletti. Sono anni che li stiamo assistendo. In sede amministrativa e in sede civile. E quello che hanno ricevuto è la parcella che equivale, al netto dell'Iva, alla metà dell'indennità minima mensile che percepiscono. Si rende conto?».
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