giovedì 12 luglio 2012

Radicali: Formigoni insiste, e noi lo quereliamo di nuovo

Dichiarazione di Marco Cappato e Lorenzo Lipparini, Radicali - Lista Bonino Pannella
FORMIGONI INSISTE E NOI LO QUERELIAMO DI NUOVO 

Radicali Sondrio
radicalisondrio@gmail.com

Quanto affermato da Formigoni ai microfoni di Sky tg24 - cioè che lui ci ha accusato di fatti veri- dimostra l'inclinazione alla recidiva del personaggio. Il processo ha accertato che i fatti di cui lui ci ha accusati erano falsi, ivi compresa la circostanza che noi avremmo avuto tra le mani le sue liste per 12 ore senza controllo. L'accesso agli atti, che duro' al massimo 3 o 4 ore, come riferito dai testimoni durante il processo, vide infatti la costante presenza dei funzionari della Corte d'Appello. D'altra parte alla loquacita' mediatica di Formigoni non ha corrisposto una sua loquacita' in Tribunale dove e' rimasto contumace evitando di sottoporsi all'esame del PM e del nostro Avvocato Giuseppe Rossodivita. E proprio a quest'ultimo abbiamo appena conferito un nuovo mandato per querelare di nuovo il Formigoni recidivo di Sky tg24.


Queste le dichiarazioni di Formigoni, a seguito della richiesta del PM di 1 anno per diffamazione a mezzo stampa aggravata nei confronti dei Radicali.

REGIONALI: FORMIGONI, RADICALI SONO MAESTRI MANIPOLAZIONE (ANSA) - MILANO, 12 LUG - ''I crimini sono solo quelli dei Radicali, maestri di manipolazione, di contraddizioni e di menzogna''. Lo afferma in una dichiarazione il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, replicando alle affermazioni dei Radicali dopo la richiesta di condanna per diffamazione. (ANSA). 

RADICALI: DOPO POZZI, ANCHE COSTANZO DECADE DAL CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDO PER LA DENUNCIA RADICALE

Comunicato stampa dei Radicali, Lista Bonino - Pannella

DOPO POZZI, ANCHE COSTANZO DECADE DAL CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDO PER LA DENUNCIA RADICALE

Radicali Sondrio
radicalisondrio@gmail.com


La Corte d'Appello del Tribunale di Milano ha respinto il ricorso del Consigliere regionale Angelo Costanzo (Pd, Sondrio), che così decade dalla carica di Consigliere poichè la sentenza è immediatamente esecutiva.

Il caso era stato aperto un anno fa dal ricorso presentato da Gianfranco Camero, di Radicali Sondrio, che aveva rilevato la tardività delle dimissioni di Costanzo dal Consiglio di Amministrazione dell' ALER sondriese, controllata dalla Regione, in occasione delle elezioni regionali del 2010.

Gianfranco Camero ha dichiarato: "Dopo la sentenza che ha fatto decadere il Pdl Giorgio Pozzi per gli stessi motivi di incandidabilità, la sentenza di oggi rappresenta un piccolo passo avanti in direzione del rispetto dello Stato di diritto". "L'elezione di Pozzi e Costanzo era stata ratificata all'unanimità da tutti i partiti del Consiglio regionale lombardo; la sentenza di oggi va a colpire dunque non soltanto un singolo episodio, ma le gravi e trasversali responsabilità politiche da parte di un Consiglio regionale totalmente abusivo", ha aggiunto Lorenzo Lipparini, rappresentante della Lista Bonino - Pannella. "Dalle firme false apposte in nome di Roberto Formigoni al tentativo bipartisan di salvataggio di candidati incandidabili, il Consiglio regionale della Lombardia è divenuto ormai luogo simbolo di un'opera sistematica di distruzione della democrazia".

mercoledì 11 luglio 2012

Formigoni, Radicali, processo per diffamazione su firme false. Domani requisitoria PM e parte civile.

Prosegue il processo

DOMANI LA REQUISITORIA E LA PARTE CIVILE

Lorenzo Lipparini
www.lorenzolipparini.it



Domani, giovedì 12 luglio, alle 9.30, si terrà presso la IV sezione penale del Tribunale di Milano (ex lavoro) l'udienza del processo che vede il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni imputato di diffamazione a mezzo stampa aggravata per aver accusato i Radicali di aver manomesso le firme da lui presentate per la propria candidatura alle regionali del marzo 2010 (900 delle quali riconosciute false dagli stessi sottoscrittori).

Durante l'udienza si terrà la requisitoria del Pubblico Ministero e quella dell'avvocato di parte Civile, Giuseppe Rossodivita, che difende gli interessi di Marco Cappato, Lorenzo Lipparini e Marco Pannella.

lunedì 9 luglio 2012

Firmigoni, Cappato e Lipparini: "Finalmente un'occasione per accertare le responsabilità. Ma il Presidente abusivo si nasconde dietro la malagiustizia italiana"


Dichiarazione di Marco Cappato e Lorenzo Lipparini, Radicali Lista
Bonino - Pannella

Dopo due anni e mezzo dalle elezioni regionali del 2010, arriva
finalmente la richiesta di rinvio a giudizio che potrà forse
consentire di accertare in tribunale le responsabilità della truffa
elettorale compiuta nella presentazione delle Liste per Formigoni
Presidente. Le prove di quanto accaduto sono state raccolte e
pubblicate da noi Radicali quasi due anni orsono  (sono consultabili
da chiunque a questo link), imponendo alla Procura di Milano di aprire
un'inchiesta che era stata archiviata senza nemmeno un minuto di
indagine dall'allora sostituto Bruti Liberati, oggi Procuratore capo.
La conferma delle prove da noi apportate è arrivata dal migliaio di
persone che hanno disconosciuto la firma abusivamente apposta a fianco
dei propri dati personali.
Nonostante tutto questo, l'altro procedimento giudiziario, quello
amministrativo -cioè l'unico che può determinare la decadenza di un
Presidente e di un Consiglio abusivo eletto grazie alla frode di
milioni di elettori- rimane bloccato grazie all'ostruzionismo
giudiziario di Pdl e Lega e all'opera della Corte costituzionale, che
ha finora impedito un giudizio sulla validità delle elezioni nei tempi
urgentissimi solitamente riservati ai procedimenti elettorali. Se oggi
Roberto Formigoni rimane Presidente della Regione Lombardia, insieme
al Consiglio regionale con lui eletto, ciò lo si deve alla
malagiustizia italiana, non per nulla in flagranza di reato permanente
davanti alla Corte europea dei diritti umani.


http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_luglio_3/firme-false-podesta-fornmigoni-elezioni-regionali-201854635610.shtml
Firme false per Formigoni, la Procura chiede rinvio a giudizio per
Podestà Il presidente della Provincia sotto accusa in quanto
coordinatore regionale pdl ai tempi della campagna per le Regionali

Ad avvantaggiarsi delle 926 firme false, disconosciute davanti ai
carabinieri dai sottoscrittori delle liste dei candidati Pdl che in
teoria figuravano averle apposte, nel 2010 fu il presidente della
Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ma ora è il presidente della
Provincia di Milano, Guido Podestà, a pagarne il prezzo giudiziario
per «falso in atto pubblico» insieme a quattro consiglieri provinciali
e altre cinque persone. Grazie a quelle firme false il partito di
Berlusconi riuscì in extremis a presentare alle elezioni lombarde del
28 e 29 marzo 2010 la lista regionale «Per la Lombardia» e la lista
provinciale «Il Popolo della Libertà - Berlusconi per Formigoni» che
consentirono al già tre volte governatore lombardo di raccogliere 2
milioni e 700.000 voti, battere il pd Filippo Penati e restare per un
quarto consecutivo quinquennio al Pirellone fino al 2015. Solo che
adesso, a conclusione di una indagine giudiziaria alla quale la
Procura di Milano è stata pungolata e quasi "costretta" dalle
circostanziate denunce dei Radicali, la magistratura inquirente chiede
il rinvio a giudizio di Podestà perché, nella sua veste all’epoca di
coordinatore regionale del Pdl, avrebbe «promosso le attività di falsa
attestazione, indicandone a Clotilde Strada (vice responsabile del
settore elettorale del Pdl Lombardia ma in concreto unica effettiva
responsabile dell'attività di raccolta delle firme dei sottoscrittori)
le modalità specifiche di esecuzione, consistenti nell'uso dei
certificati elettorali per l'estrazione dei dati necessari per
l'inserimento delle generalità dei sottoscrittori delle liste dei
candidati».

A sua volta Strada è accusata di aver «comunicato espressamente tale
disposizione ai consiglieri provinciali milanesi Massimo Turci,
Barbara Calzavara, Nicolò Mardegan e Marco Martino». A pesare su
Podestà è stato il racconto, fatto da Strada nel suo interrogatorio
del 24 novembre 2011, del colloquio sviluppatosi nella serata decisiva
di fine febbraio 2010 nella sede milanese Pdl. Il presidente della
Provincia vi aveva opposto la propria secca smentita, a suo avviso
rafforzata dalla testimonianza di due suoi stretti collaboratori che
affermava fossero rimasti sempre con lui quella sera. Ma i due testi,
interrogati dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, hanno riferito
di non essere stati tutto il tempo accanto a Podestà. L’udienza
preliminare, nella quale la giudice Stefania Donadeo deciderà se
disporre il rinvio a giudizio o prosciogliere gli indagati, si terrà
il 12 ottobre.

Luigi Ferrarella, 3 luglio 2012 | 13:09

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