Formigoni condannato per diffamazione ai Radicali nelle elezioni regionali del 2010
FIRME FALSE, FORMIGONI CONDANNATO A RISARCIRE 110 MILA EURO AI RADICALI
Luigi Ferrarella
MILANO - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni è
stato condannato dalla giudice Carmen D’Elia a 900 euro di multa e 110
mila euro di risarcimento per aver diffamato i Radicali della lista
Bonino-Pannella, nelle persone del candidato alle elezioni regionali
2010 Marco Cappato e di Lorenzo Lipparini, tacciandoli di aver
partecipato a una macchinazione finalizzata a escludere il centrodestra
dalle elezioni regionali 2010. Il risarcimento è così costituito: 50mila
euro a Marco Pannella come rappresentante della lista, 30 mila euro a
testa ai due militanti.
LA REAZIONE - «Quando c'è di mezzo Formigoni si innovano anche le
leggi», ha commentato a caldo il governatore lombardo. «È la prima
volta - ha esclamato - che un tribunale mette bocca in una polemica tra
politici. È una sentenza che istituisce un precedente».
LE ACCUSE - La sentenza è la conseguenza della reazione-boomerang
di Formigoni un anno fa all'emergere (su input dei Radicali) di firme
false nella presentazione della sua lista alle elezioni regionali 2010.
In dichiarazioni a quattro quotidiani, il 5 marzo 2010 Formigoni non
solo si difese, ma si azzardò a ribaltare le accuse, addebitando ai
Radicali d'aver «potuto compiere qualsiasi atto manipolativo, compresa
la sottrazione di documenti» in tribunale; in particolare avanzò il
sospetto che, essendo «rimasti 12 ore da soli con in mano penne e borse»
a controllare i registri, avessero «potuto manipolare le liste,
correggerle, spostare i documenti come volevano», al punto che «51
certificati, a una prima verifica segnalati come presenti, dopo la
visita dei Radicali non c' erano più».
FIRME EFFETTIVAMENTE FALSE - Questa ricostruzione per il pm Mauro
Clerici si è rivelata falsa. Come le 926 firme effettivamente false
senza le quali le sue liste nel 2010 non avrebbero potuto presentarsi al
voto e raccogliere 2 milioni e 700 mila suffragi contro il candidato pd
Filippo Penati: vicenda per la quale il pm Alfredo Robledo ha chiesto
il rinvio a giudizio» di un nugolo di consiglieri provinciali Pdl, della
responsabile elettorale Pdl Clotilde Strada, e (come istigatore)
dell'allora coordinatore Pdl e oggi presidente della Provincia di Milano
Guido Podestà.
I RADICALI - «Un giudice ha
riconosciuto l'onore ai radicali. Noi da 10 anni denunciamo in tutta
Italia come i partiti raccolgono le firme». È il commento di Marco
Cappato, esponente radicale, sulla sentenza del Tribunale di Milano.