giovedì 6 ottobre 2016

Il Dubbio di Sansonetti

Rassegna Stampa

DOPO L'ISPEZIONE DEL PROVVEDITORATO RIENTRA LA PROTESTA AL CARCERE DI SONDRIO


Radicali Sondrio
radicalisondrio@gmail.com


Riportiamo l'articolo siglato D.A. e apparso sul quotidiano Il Dubbio di Piero Sansonetti che riprende la questione del carcere di via Caimi a Sondrio. Questa mattina, giovedì 6 ottobre 2016, ne è stato letto uno stralcio anche nella rassegna stampa di Radio Radicale, Stampa & Regime, curata da Massimo Bordin, QUI il link per riascoltarla.

SONDRIO, DOPO L'ISPEZIONE LA PROTESTA E' RIENTRATA. Sospeso, per ora, lo sciopero della fame e della sete dei detenuti reclusi nel carcere di Sondrio. Dopo una protesta durata una settimana, è giunta la visita ispettiva del provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria, Luigi Pagano, che ha incontrato i detenuti, la direttrice Stefania Mussio, il vice capo, Emilio Di Somma, e poi, fuori dalle porte della Casa circondariale, anche i volontari delle Dame di San Vincenzo che per anni operavano con i carcerati, ma che dal dicembre del 2015 hanno riconsegnato le tessere decidendo di non svolgere più questo servizio essendo venuta meno la loro funzione a causa dell'incompatibilità con la nuova direttrice del carcere. La funzione dei volontari è preziosa e di primaria importanza per il recupero dei detenuti, soprattutto per tenerli occupati e permettere loro di svolgere attività manuali e intellettuali. Ma forte era stata la denuncia non solo dei volontari del gruppo dei vincenziani, ma anche da parte dalle associazioni locali "Quarto di luna" e "Spartiacque: informatica per i carcerati considerata, dalla direzione della casa circondariale di Sondrio, inutile; sparizione di 1.650 dei circa duemila volumi e libri presenti nella biblioteca; non si portano più avanti progetti di teatro, né di legalità, ma soprattutto il volontariato - sempre secondo le associazioni - è ormai percepito nella sua mera funzione materiale e di "bancomat" e svuotato della sua sostanza più vera. Luigi Pagano ha comunque effettuato una delicata operazione di diplomazia, col chiaro obiettivo di ricucire uno strappo che sembrava definitivo. Il provveditore ha promesso che ci sono aspetti che potranno essere migliorati. Cercherà di fare chiarezza per quanto riguarda i colloqui tra i detenuti e i loro legali, farà avviare a breve un programma di ristrutturazione per arginare il problema delle celle sovraffollate, mettendo a norma la cella da cinque posti attualmente inutilizzata e ha annunciato che il Comune sta preparando un nuovo bando per l'elezione di un nuovo garante dei detenuti. Claudia Osmetti, membro dei radicali di Sondrio che hanno da sempre sollevato questi problemi, all'indomani della sospensione della protesta ha espresso un sospiro di sollievo ma ha evidenziato che i problemi permangono se il Comune di Sondrio non si attiva per ottenere una soluzione più rapida possibile. Durante l'intervista a Radio Radicale ha ribadito che da tempo i radicali si sono rivolti al Consiglio comunale di Sondrio affinché venga indetta una convocazione straordinaria con all'ordine del giorno la discussione di quanto sta avvenendo nel carcere. Una seduta che riconosca soprattutto la fondatezza delle motivazioni che hanno portato alle dimissioni del garante, Francesco Racchetti, e conseguentemente il ritiro delle stesse. Infatti da quando è cambiata la direzione, il garante si era visto ridurre le funzioni a causa dei rapporti, o meglio dell'assenza di questi, con la nuova direttrice Stefania Mussio. La radicale Claudia Osmetti ricorda che la nuova direttrice già nel passato era stata al centro di polemiche. Quando operava al carcere di Lodi, i sottoposti non apprezzarono la sua gestione del carcere, gli agenti denunciavano una grave situazione organizzativa, mancanze sindacali, carenza di sicurezza e igiene, la mancata considerazione dell'aggiornamento professionale e una sbagliata ripartizione dei carichi di lavoro. I detenuti del carcere di Sondrio sembrano aver deciso comunque di fare un passo indietro e revocare almeno momentaneamente lo sciopero della fame e della sete, convinti dalle rassicurazioni del provveditore Luigi Pagano.



martedì 4 ottobre 2016

Stay tuned

Carcere di via Caimi

CLAUDIA OSMETTI A RADIO RADICALE: LA SITUAZIONE NON E' RISOLTA, INTERVENGA LA POLITICA



Radicali Sondrio
radicalisondrio@gmail.com


Vi segnaliamo una lunga intervista che la nostra Claudia Osmetti ha rilasciato questa mattina ai microfoni di Radio Radicale e al giornalista Michele Lembo, parlando del carcere di Sondrio, dello sciopero nonviolento dei detenuti e di cosa può fare la politica locale:



Rassegna stampa

Carcere di via Caimi

ARRIVA IL PROCURATORE REGIONALE E I DETENUTI SOSPENDONO LO SCIOPERO DELLA FAME

Radicali Sondrio
radicalisondrio@gmail.com


Riportiamo qui la rassegna stampa di oggi, martedì 4 ottobre 2016, relativa alla situazione del carcere di Sondrio:

Il Giorno (martedì 4 ottobre 2016, articolo a firma Susanna Zambon, QUI ripreso nella rassegna stampa di Ristretti Orizzonti):

PROTESTE IN CARCERE, ECCO LA SOLUZIONE. Sembra in via di risoluzione la delicata situazione del carcere (stop a sciopero della fame), dove 25 dei 37 detenuti hanno proclamato una settimana fa lo sciopero della fame, poi da sabato quello della sete e, sempre sabato, i carcerati hanno anche messo in atto una protesta rumorosa, con urla e sbattendo sulle grate delle finestre delle celle stoviglie e oggetti. Ieri la visita ispettiva del provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Luigi Pagano, che ha incontrato i detenuti, la direttrice Stefania Mussio, il comandante «ad interim», il vice capo Emilio Di Somma, e poi, fuori dalle porte della Casa circondariale, anche i volontari che fino a non molto tempo fa operavano con i carcerati. Una delicata operazione di diplomazia, col chiaro obiettivo di ricucire uno strappo che sembrava definitivo, ma forse così non è. Infatti, i detenuti sembrano aver deciso di fare un passo indietro e revocare almeno momentaneamente lo sciopero della fame e della sete, convinti dalle rassicurazioni del provveditore. «Ho fatto loro un discorso: azzeriamo tutto e ricominciamo da capo – ha affermato Pagano al termine della visita -. Ci sono aspetti che possono essere migliorati con un po’ di buona volontà da tutte le parti in causa, cercheremo di fare chiarezza ad esempio per quanto riguarda i colloqui tra i detenuti e i loro legali, assolutamente sacrosanti ma presentando una motivazione. Per quanto riguarda, invece, le celle sovraffollate, avvieremo a breve un programma di ristrutturazione che riguarderà anche il carcere di Sondrio, e la cella da 5 posti ora inutilizzata verrà messa a norma così potrà ospitare alcuni detenuti». C’è, poi, da sciogliere il delicato nodo sul mondo del volontariato, che ormai non entra più in carcere da tempo per incomprensioni con la direttrice. «Per quanto riguarda il garante dei detenuti – prosegue Pagano – so che il Comune si è attivato con un bando per nominarne uno nuovo. Spero poi che le Dame di San Vincenzo si convincano a tornare a offrire il loro preziosissimo aiuto». La situazione sembra avviarsi verso una risoluzione. «La terrò comunque sotto controllo – conclude Pagano - e nei prossimi mesi tornerò in visita».

La Provincia di Sondrio (martedì 4 ottobre, articolo siglato R. Car., QUI ripreso nella rassegna stampa di Ristretti Orizzonti):

I DETENUTI INTERROMPONO LA PROTESTA: "MANCAVA SOLO LA COMUNICAZIONE". Risolutivo l'intervento del provveditore regionale che ha incontrato direttrice e reclusi. "Mettiamo da parte quello che è successo in queste settimane e ripartiamo da capo. I presupposti per una gestione serena della vita carceraria ci sono tutti". Luigi Pagano, il provveditore regionale dell'amministrazione carceraria, sembra decisamente sollevato: l'incontro di ieri è stato soddisfacente. C'erano tutti: la direttrice Stefania Mussio, il comandante della Polizia Penitenziaria e, ovviamente i detenuti. Non solo, ma il provveditore ha voluto anche incontrare personalmente le volontarie Vincenziane per convincerle a tornare al più presto a svolgere la propria azione di supporto volontario all'interno della struttura carceraria. La tempesta dei giorni scorsi sembra destinata a lasciare spazio finalmente al sereno. Anche i 25 detenuti che hanno firmato il documento di protesta indirizzato proprio al provveditore regionale e che, allo sciopero della fame cominciato alcuni giorni fa, nel fine settimana avevano aggiunto anche quello della sete, hanno deciso di sospendere la propria protesta. Scioperi portati avanti forse non in modo non esattamente estremo, ma tali comunque da far perdere non poco peso corporeo ad alcuni dei detenuti e a provocare il ricovero in infermeria di un paio di loro.Tante le accuse rivolte alla direttrice: divieto di fare telefonate ai propri avvocati, mancata concessione dei permessi di lavoro per il reinserimento sociale, divieti al medico di entrare liberamente nelle celle, minacce di ritorsioni. Soprattutto, però, ad aver provocato la rabbia dei carcerati, sarebbe stata la rottura del rapporto tra le Vincenziane e l'amministrazione carceraria. "Direi che c'è stato forse un problema di comunicazione, ma che comunque siamo sulla via della soluzione - ha spiegato Pagano. In questa struttura, così come in altre, mancava da anni un regolamento interno che invece sarebbe bene adottare. Probabilmente l'introduzione dei alcune regole non è stata motivata in modo ritenuto soddisfacente e sono nati dei fraintendimenti - ancora il provveditore regionale -. Proprio su questo aspetto stiamo intervenendo. Quanto alle Vincenziane, le ho volute incontrare perché ritengo fondamentale la loro opera di volontariato. Adesso aspettiamo soltanto la nomina da parte del Comune di Sondrio del nuovo garante".


Il Dubbio (martedì 4 ottobre, articolo a firma di Damiano Aliprandi): 

SONDRIO, I DETENUTI IN SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE. Stoviglie e posate sbattute contro le sbarre, oltre a urla e invocazioni di aiuto. Protesta eclatante che coinvolge 25 dei 40 detenuti presenti nel carcere di Sondrio. Da quasi una settimana i detenuti rifiutano il cibo e chiedono - tramite una lettera - di poter parlare con Mauro Palma, il Garante nazionale dei detenuti. Quasi tutti i ribelli, a partire da sabato, hanno deciso di alzare ulteriormente l'asticella, aggiungendo lo sciopero della sete a quello della fame. A innescare la decisione, il rapporto ormai deteriorato con la direttrice del carcere, Stefania Mussio, che dal suo insediamento a Sondrio - da poco più di un anno al vertice del carcere di via Caimi - si è trovata in più occasioni sotto i riflettori della cronaca: dalle dimissioni nel marzo scorso del garante dei detenuti Francesco Racchetti (sostenuto da una petizione che ha raccolto più di 1.300 firme), sino al dissidio di pochi giorni fa con il medico della struttura carceraria Ali El Hazaymeh. Quest'ultimo aveva dichiarato su Il Giorno di aver subito una serie di vessazioni nate da dissidi tra lui e la direttrice iniziati a maggio. La situazione poi è completamente degenerata a inizio agosto, quando la direttrice ha sospeso EL Hazaymeh dall'incarico di coordinatore nominando vice coordinatore un medico esercente funzioni di guardia medica. Una situazione che si è ripercossa sui detenuti. "Basti pensare - ha spiegato sempre a Il Giorno - che ha respinto due mie richieste di custodia alternativa per altrettanti detenuti le cui condizioni di salute non sono compatibili con il carcere. Uno di loro, ad esempio, ha avuto ben due arresti cardiaci, ma è ancora in cella. E qualche tempi fa si è atteso due giorni per visitare un detenuto che era stato picchiato con calci allo stomaco". La situazione del carcere di Sondrio era già stata denunciata a suo tempo dai radicali dopo una visita a marzo di quest'anno. Non solo avevano denunciato il sovraffollamento (problema ancora non risolto), ma anche il personale sotto organico: 20 agenti (rispetto a una pianta organica che ne prevede 30), 1 educatore (sui 2 prescritti), mentre per gli stranieri non è prevista nemmeno la figura del mediatore culturale. Inoltre la delegazione radicale ha potuto rilevare che i progetti presentati nella relazione dell'ex Garante dei diritti dei detenuti di Sondrio dell'aprile dello scorso anno (corsi di informatica, formazione professionale di tipo artigianale, lo "sportello del cittadino detenuto" per la tutela giuridica dello stesso), dovendosi basare solo sul volontariato, non trovano realizzazione per mancanza di risorse finanziarie e per le diverse opinioni e modi di agire che caratterizzazione i numerosi (e spesso precari) responsabili che si sono succeduti nella direzione dell'istituto penitenziario. 



lunedì 3 ottobre 2016

Stampa & Detenuti

Sciopero sospeso in via Caimi

LA SITUAZIONE DEL CARCERE DI SONDRIO: RASSEGNA STAMPA DEI GIORNALI VALTELLINESI

Radicali Sondrio
radicalisondrio@gmail.com


Apprendiamo dall'edizione serale di oggi, lunedì 3 ottobre 2016, del telegiornale di TeleUnica che è stato sospeso lo sciopero della fame e della sete indetto dai detenuti della casa circondariale di via Caimi a Sondrio a seguito della visita del provveditore regionale Luigi Pagano. I Radicali di Sondrio, sollevati per la difficile situazione dei carcerati in questione, ribadisce comunque l'invito mosso alle autorità comunali per la convocazione di una seduta del consiglio ad hoc per discutere la questione, auspicando il ritiro delle dimissioni da parte di Francesco Racchetti. 

Qui di seguito la rassegna stampa odierna: 

La Provincia di Sondrio (lunedì 3 ottobre, articolo a firma di Riccardo Carugo):

URLA E STOVIGLIE CONTRO LE SBARRE, ALTA TENSIONE IN CARCERE. Era il loro obiettivo e sono riusciti a centrarlo: portare le propria protesta al di fuori delle mura del carcere. Prima la lettera indirizzata al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, poi lo sciopero della fame, al quale hanno aderito 25 detenuti su 38. E sabato, l’ultima eclatante ribellione: stoviglie e posate sbattute contro le sbarre, oltre a urla e invocazioni di aiuto. Una protesta che non ha esaurito il malcontento: quasi tutti i ribelli hanno deciso di alzare ulteriormente l’asticella, aggiungendo lo sciopero della sete a quello della fame. Tutto questo, pare, per il trasferimento di uno dei detenuti che subito dopo pranzo sabato è stato portato a Monza. Accogliendo la richiesta dei carcerati e sulla base della preoccupazione per la salute delle persone che si trovano in cella a Sondrio, oggi dovrebbe arrivare in città il provveditore regionale dell’amministrazione, non solo per incontrare di persona i detenuti, ma anche per confrontarsi con la direttrice Stefania Mussio, principale oggetto degli strali degli autori della protesta.


Il Giorno (lunedì 3 ottobre, articolo a firma Susanna Zambon): 

SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE, PROTESTA RUMOROSA IN CARCERE. Sciopero della fame da quasi una settimana, e da sabato anche della sete. Proteste “rumorose”, tanto che si sentivano nelle case intorno al carcere. La situazione nella casa circondariale di Sondrio è sempre più calda, tanto che oggi è prevista l’ispezione del provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria. Prima la questione del medico che coordina il servizio sanitario all’interno del carcere, Alì El Hazaymeh, che, dopo screzi e dissidi con la direttrice Stefania Mussio, si è visto negare il permesso a entrare nella Casa circondariale per ilgiro di visite; poi, all’inizio della settimana scorsa, 25 dei 37 detenuti nel carcere di Sondrio hanno proclamato lo sciopero della fame denunciando comportamenti della direttrice che violerebbero i loro diritti: «Non possiamo chiamare i nostri avvocati – hanno scritto in una lettera inviata al Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano – e la direttrice ha fatto terra bruciata attorno a sé, il garante dei detenuti si è dimesso e anche le volontarie, le Dame di San Vincenzo non vengono più ad aiutarci». E sabato nuove proteste. Diciannove di quei 25 detenuti che stanno facendo lo sciopero della fame a oltranza(«finché non verranno presi provvedimenti corretti ed effettivi dalle autorità preposte, utili alla risoluzione dei problemi») hanno proclamato anche lo sciopero della sete, e alcuni hanno già avuto bisogno dell’intervento della guardia medica per i primi problemi di disidratazione. In serata, poi, una manifestazione “rumorosa”: diversi detenuti hanno iniziato a battere quello che avevano a disposizione contro le inferriate delle finestre delle celle e a gridare, tanto che nelle case vicine e sulla strada si poteva udire distintamente il rumore e qualcuno è riuscito anche a realizzare un video postato poi su Facebook. A innescare questa nuova rimostranza sarebbe stato il trasferimento di uno dei carcerati, pare tra quelli più decisi a opporsi alla direttrice, nel carcere di Monza. Al momento non si sa da chi sia arrivata la decisione, ma i detenuti l’hanno letta come ritorsione per la protesta messa in atto. Insomma, un clima davvero molto teso. Da quando tutto è iniziato la direttrice Mussio non si è vista in carcere (dirige anche quello di Lecco). Domani dovrebbe arrivare il provveditore regionale.

Via Caimi

Dopo le rivendicazioni nonviolente dei detenuti 

CARCERE: RADICALI SONDRIO CHIEDE IL RITORNO DEL GARANTE, FRANCESCO RACCHETTI

Claudia Osmetti
cla.osmetti@gmail.com


Visto l’aggravarsi della situazione relativa alla casa circondariale di Sondrio dove continua lo sciopero della fame dei detenuti, al quale si è aggiunto anche lo sciopero della sete di una parte di essi, Claudia Osmetti di Radicali Sondrio e membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani dichiara: 

“L’urgenza degli ultimi avvenimenti ci impone la ricerca di una soluzione il più rapida possibile. Per questo ci rivolgiamo al Consiglio comunale di Sondrio, e in particolare al suo presidente Carlo Zanesi o in subordine a un quinto dei suoi componenti così come prescritto dal regolamento, affinché venga indetta una convocazione straordinaria già nei prossimi giorni o comunque con la massima urgenza con all’ordine del giorno la discussione di quanto sta avvenendo in via Caimi. Chiediamo che in quell’occasione vi sia un riconoscimento della fondatezza delle motivazioni che hanno portato alle dimissioni del garante, Francesco Racchetti, e conseguentemente il ritiro delle stesse. Come radicali crediamo che l’assise di Palazzo Pretorio abbia il dovere di prendere una netta posizione al riguardo, chiedendo al garante dimissionario di svolgere un’opera di mediazione che consenta una onorevole sospensione dell’iniziativa nonviolenta dei detenuti e scongiuri eventuali degenerazioni, in attesa di provvedimenti risolutivi da parte delle autorità competenti. 

Il silenzio che, sulla questione, in questi mesi ha mantenuto il sindaco Alcide Molteni è vergognoso: nel marzo scorso, quando Racchetti presentò le sue dimissioni in Consiglio, Molteni non mosse un dito. Successivamente non è stato da meno, rifiutandosi anche solo di approfondire l’argomento: non è stato chiesto conto alla direttrice del carcere dei comportamenti che, nei fatti, hanno portato all’allontanamento sia delle dame di San Vincenzo sia di altre associazioni di volontariato che operavano nella struttura. Senza contare l’increscioso episodio che ha riguardato Alì El Hazaymeh, il medico da anni responsabile del servizio sanitario, ostacolato nell’esercizio delle sue funzioni.

Per quanto ci riguarda ribadiamo il nostro sostegno alle rivendicazioni nonviolente dei detenuti e chiediamo alla politica sondriese di compiere un atto di coraggio, mettendo da parte presunte animosità, per risolvere la situazione”. 

domenica 2 ottobre 2016

Rassegna stampa

Via Caimi

CARCERE NELLA BUFERA: I DETENUTI SONO IN SCIOPERO DELLA FAME. COSA DICONO GIORNALI E TV
Radicali Sondrio
Radicalisondrio@gmail.com



Nell'ultima settimana la casa circondariale di via Caimi a Sondrio è finita nell'occhio del ciclone, dopo che ben 25 su 38 detenuti hanno iniziato una lotta non violenta di sciopero della fame per denunciare la situazione all'interno dell'istituto diventata (raccontano) "invivibile dal luglio 2015". Abbiamo giù pubblicato (QUI) il documento redatto dai carcerati, quella che segue è una rassegna stampa sull'argomento. 


***

La Provincia di Sondrio (mercoledì 28 settembre, articolo firmato da Antonia Marsetti e ripreso QUI nella rassegna di Ristretti Orizzonti):


SCIOPERO DELLA FAME, CLIMA TESO IN CARCEREVenticinque su 38 "ospiti" hanno aderito alla protesta e si sono rivolti al mondo esterno. "Dal luglio del 2015 la vita qui è impossibile. Chiediamo di parlare con il garante nazionale dei detenuti". Dopo il braccio di ferro, lo strappo. Anzi, un divario incolmabile a giudicare dai toni e dalle espressioni che i detenuti hanno messo nero su bianco, in un documento inviato al Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano.Due paginette ben scritte che terminano con l'annuncio di aver intrapreso lo sciopero della fame a oltranza, in attesa che il garante nazionale dei detenuti faccia loro visita e soprattutto "finché non verranno presi provvedimenti correttivi ed effettivi dalle autorità preposte".A innescare una simile decisione, il rapporto ormai deteriorato con la direttrice del carcere, Stefania Mussio, che dal suo insediamento a Sondrio - luglio dello scorso anno - si è trovata in più occasioni sotto i riflettori della cronaca: dalle dimissioni nel marzo scorso del garante dei detenuti Francesco Racchetti (sostenuto da una petizione che ha raccolto più di 1.300 firme), sino al dissidio di pochi giorni fa con il medico della struttura carceraria Ali El Hazaymeh, che ha dichiarato di non aver potuto varcare la soglia perché gli sarebbe stato impedito di compiere le visite nel carcere ("Il servizio sanitario all'interno del carcere - la replica della direttrice - è garantito puntualmente e quotidianamente").Protesta senza precedenti - Ora la protesta eclatante che coinvolge 25 dei 38 detenuti presenti e che non ha precedenti in via Caimi. Pesantissime le accuse lanciate dai detenuti: dal divieto di "effettuare telefonate ai difensori", al "mancato rispetto delle graduatorie relative alle attività di lavoro" svolte dagliospiti, sino alle "minacce di possibili ritorsioni a sfavore del trattamento rieducativo e del reinserimento" dei detenuti se questi ultimi "non si comportano come marionette generando un clima di invidia, paranoia e paura che sfocia a volte in aggressività e tutte le più ovvie conseguenze tra tutta la popolazione dei detenuti e non".Da ultimo, ma solo in ordine cronologico, vi è un episodio vissuto da un detenuto che avrebbe rischiato la vita se non fosse stato "per il pronto intervento del personale infermieristico coordinato dal dirigente sanitario dottor Ali El Azaymeh che da molti anni si è impegnato a salvaguardare la salute dei numerosi detenuti-pazienti entrati in carcere anche in condizioni già critiche di per sé". Insomma, ce n'è abbastanza per far sì che la direzione regionale convochi la direttrice per avere la sua versione dei fatti (noi non ci siamo riusciti perché al telefono non risponde). Bisognerà però attendere che rientri dalle ferie.In carcere in questi giorni pare sia difficile trovare un punto di riferimento: manca Mussio, non c'è l'educatrice e anche (l'ennesimo) nuovo comandante non è in città, in quanto opera a scavalco con Brescia.Comunicazioni difficili - Certo, non è colpa della direttrice se il carcere di Sondrio è sovraffollato, e magari non è nemmeno sua la decisione di non utilizzare tutte le celle disponibili, ma che in carcere ci siano problemi di comunicazione non lo dicono solo i detenuti. "I colloqui con il direttore - scrivono nel documento - si risolvono sempre con dei monologhi della dirigente". Anche con la stampa i rapporti sono difficili, nonostante i puntuali e reiterati tentativi di ascoltare (da parte nostra) tutte le "campane".Scorrendo il lungo elenco delle firme - venticinque, come detto - in calce al duro documento, ci sono nomi di perfetti sconosciuti, per lo più stranieri, ma anche vecchie conoscenze della cronaca locale, che in via Caimi non si sono mai trovate così male, tanto che uno di loro era arrivato perfino a ipotizzare, prima del processo, di voler scontare dietro le sbarre (e non a casa sua), l'intera pena. La scelta non si pose perché fu duramente condannato, ma di certo, alla luce del clima pesante che oggi si respira in cella, difficilmente gli verrebbe in mente di formulare di nuovo un simile pensiero.

Corriere della Sera, ed. Milano (giovedì 29 settembre, articolo firmato da Anna Campaniello e disponibile anche QUI):


DETENUTI, POLIZIA E VOLONTARI: TUTTI CONTRO LA DIRETTRICE DEL CARCERESciopero della fame a oltranza per protestare contro la direttrice del carcere. Oltre la metà dei quaranta detenuti del penitenziario di Sondrio da ieri rifiuta il cibo e chiede di poter parlare con il garante nazionale per denunciare una gestione che «ci rende la vita impossibile».Nel mirino dei detenuti (e non solo) c’è Stefania Mussio, da poco più di un anno al vertice del carcere di Sondrio, dove è arrivata dopo un allontanamento tutt’altro che indolore dal penitenziario di Lodi. Giusto il tempo di insediarsi ed è iniziato il braccio di ferro con i carcerati, i rappresentanti della polizia penitenziaria, persino le associazioni di volontariato che facevano servizio nella struttura e, una dopo l’altra, hanno gettato la spugna. Ha rassegnato le dimissioni anche il garante dei detenuti, Francesco Racchetti.Appelli e richieste sono caduti nel vuoto e nelle scorse ore i detenuti hanno deciso di farsi sentire con una protesta eclatante. In una lettera inviata al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria i carcerati hanno denunciato nuovamente la «situazione impossibile» e hanno annunciato lo sciopero della fame a oltranza «finché non incontreremo il garante dei detenuti e non saranno presi provvedimenti».«Il clima è molto teso da tempo e ora i detenuti hanno proclamato lo stato di agitazione e iniziato uno sciopero della fame — conferma Mario Tossi, segretario regionale della Cisl Fns e responsabile del comparto della polizia penitenziaria —. I rapporti con questa direttrice sono stati difficili fin dall’inizio e del resto c’erano stati problemi anche a Lodi. Si è creato un conflitto con gran parte delle categorie che ruotano attorno al carcere e seguono i detenuti».Il caos interno rischia di aggravare una situazione «già difficile per la carenza di organico della polizia», dice il sindacalista. «Il direttore si comporta come un padre padrone, con il personale e a maggior ragione con i detenuti — attacca Tossi —. Come sindacato, abbiamo denunciato all’amministrazione regionale il grave conflitto con il direttore e abbiamo chiesto un tavolo di confronto a livello superiore».La direttrice ha fatto terra bruciata. Il garante dei diritti dei detenuti ha rinunciato all’incarico: «Era diventato impossibile svolgere il mio servizio e dopo cinque anni ho dato le dimissioni — conferma Francesco Racchetti —. In passato avevamo lavorato bene e ottenuto risultati importanti, ma la nuova direttrice ha fatto in modo di fatto di impedirmi persino i colloqui con i detenuti».Una dopo l’altra, le associazioni che organizzavano attività e corsi in carcere hanno rinunciato. A malincuore hanno fatto un passo indietro persino gli operatori del Gruppo di Volontariato Vincenziano, che da 35 anni erano una presenza fissa per i carcerati. «Il clima è cambiato profondamente, è diventato meno favorevole — dice la presidente dei Vincenziani di SondrioElvira Tralli Valenti —. Abbiamo cercato invano un contatto costruttivo ma non è stato possibile. I problemi erano troppi e, con rammarico, abbiamo deciso di interrompere il servizio». «Il garante non poteva più incontrare i detenuti e tutti i gruppi hanno avuto difficoltà e hanno interrotto i servizi — aggiunge Tralli Valenti —. Seguiamo comunque dall’esterno la situazione e cerchiamo di stare vicino ai carcerati. Capiamo quello che provano perché la situazione è davvero difficile e speriamo che qualcosa possa cambiare».

Il Giorno, ed. Sondrio (giovedì 29 settembre, articolo firmato da Susanna Zambon):


SONDRIO, I DETENUTI FANNO LO SCIOPERO DELLA FAME CONTRO LA DIRETTRICEVenticinque dei 37 detenuti nel carcere di Sondrio hanno proclamato lo sciopero della fame contro la direttrice della Casa circondariale, Stefania Mussio, denunciando comportamenti che violerebbero i loro diritti. “Ha vietato più volte l’ingresso al Garante dei detenuti fino a metterlo in condizione di rinunciare al suo incarico – hanno scritto al Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano – e anche alle volontarie “Le dame di San Vincenzo” che da anni aiutavano noi detenuti con supporti morali e materiali di prima necessità. Ci vieta il consenso a chiamare i nostri legali se non adduciamo motivazioni per lei convincenti, fino a convincerci a non telefonare. Ci minaccia di ritorsioni se non eseguiamo come marionette i suoi ordini e ci costringe in celle sovraffollate quando ce ne sono di inutilizzate. Una situazione non più sostenibile, e la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’episodio che ha visto un nostro compagno di detenzione rischiare la vita per colpa della direttrice, salvato solo grazie alla professionalità del personale infermieristico coordinato dal dottor Alì El Azaymeh (che, la scorsa settimana, ha ricevuto il divieto a entrare in carcere per ordine di servizio della stessa Mussio)”.Per questi motivi oltre due terzi dei detenuti ha proclamato lo sciopero della fame “e per il momento – scrivono -  ci sottoporremo solamente alla pesate giornaliera, finché non verranno presi provvedimenti corretti ed effettivi dalle autorità preposte, utili alla risoluzione dei problemi. Chiediamo un colloquio con il Garante nazionale dei detenuti e rifiutiamo qualunque colloquio con il personale interno dell’Istituto che, come consuetudine, la direttrice manderà per risolvere problemi che ha creato lei e che mai ci sono stati prima del suo arrivo”.E l'iniziativa dei detenuti ha l'appoggio dei Radicali Sondrio: “I segnali di forte disagio erano chiari da diversi mesi ed era quindi prevedibile che si potesse arrivare a questa situazione apertamente conflittuale - afferma il portavoce Gianfranco Camero -. Le dimissioni nel marzo scorso del Garante dei detenuti,Francesco Racchetti, che denunciava l'impossibilità di esercitare la sua funzione (peraltro sostenuto in questo senso dalle organizzazioni di volontariato nel carcere) rappresentava un campanello d'allarme. Nel sostenere le pacifiche rivendicazioni espresse dai detenuti, ci associamo nel ribadire quale sia il nodo del problema, sollecitando le autorità competenti ad affrontare con coraggio la questione, prima che la situazione possa degenerare”.Sull'argomento interviene anche  la Rete dei cittadini e delle associazioni firmatari della lettera aperta sul carcere di Sondrio e sulle dimissioni del Garante dei detenuti. "Le notizie di eccezionale gravità che giungono dal carcere di Sondrio - scrivono - da un lato preoccupano per la situazione di sistematica violazione di diritti, innanzi tutto dei detenuti, ma poi anche degli operatori; d’altro lato suonano – purtroppo - come pesante conferma di quanto a suo tempo denunciato nella relazione dell’allora Garante dei diritti delle persone  detenute e successivamente nella lettera sottoscritta da 1279 cittadini e da 25 associazioni".
Leccotoday (giovedì 29 settembre):


SONDRIO, SCIOPERO DELLA FAME IN CARCERE: ECCO LA LETTERA SCRITTA DAI DETENUTI E' di questi giorni la notizia che 25 dei 38 detenuti del carcere di Sondrio hanno aderito ad uno sciopero della fame: sotto accusa la direttrice dell'istituto Stefania Musso. Riportiamo qui di seguito quanto scritto dai detenuti al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano. « - Il direttore dell'istituto ha vietato più volte l'ingresso del garante dei detenuti fino a metterlo in condizione di rinunciare all'incarico. - Il direttore dell'istituto ha vietato l'ingresso delle volontarie "le dame di San Vincenzo" che da anni aiutavano i detenuti con supporti morali e materiali di prime necessità. - Il direttore dell'istituto ci vieta il consenso di contattare telefonicamente i nostri difensori/avvocati se non indichiamo le motivazioni dettagliate e convincenti per lei (in realtà prende tempo per dissuaderci dall'effettuare telefonate). - Non vengono rispettate le graduatorie relative alle attività di lavoro svolte all'interno dell'istituto sotto la dittatura della direttrice (tra l'altro voci di corridoio lasciano intendere un clima di tensione provocato dalla stessa che si ripercuote inevitabilmente a discapito dei detenuti). - Il carcere è sovraffollato e ci sono persone detenute anche con problemi di salute costrette a stare in spazi ristretti (quando vi è una cella detentiva di circa 17mq chiusa da mesi, approssimativamente 4/5 posti). - Le richieste dei detenuti circa i colloqui con il direttore vengono presi in considerazione solo per obbligo da parte della direttrice stessa che consistono in monologhi nei quali l'unica a parlare è lei stessa senza dar modo ne spazio ai detenuti. - Il direttore dell'istituto ha minacciato e minaccia i detenuti di possibili ritorsioni a sfavore del loro trattamento rieducativo e di rinserimento se non eseguono i suoi oridini come marionette generando così un clima di paranoia e paura che sfocia in aggressività e tutte le più ovvie conseguenze tra tutta la popolazione detenuta e non. Come causa scatenante che ci ha portato a esporre questa ormai insostenibile situazione vi è l'episodio che di recente ha visto protagonista un nostro compagno di detenzione (e così ancora lo vorremmo chiamare) rischiare la vita, fatto fortunatamente evitato grazie alla tempestività e alla professionalità del personale infermieristico coordinato dal dirigente sanitario dottor Ali El Azaymeh che da molti anni si è impegnato a salvaguardare la salute dei numerosi detenuti pazienti entrati in carcere talvolta anche in condizioni già critiche di per se. Per questi motivi dichiariamo sciopero della fame e per il momento ci sottoporremo solamente alla pesata giornaliera finchè verranno presi provvedimenti corretti ed effettuati dalle autorità preposte, non dalla direttrice attuale, utili alla risoluzione dei problemi specificati come sopra. Chiediamo un colloqui con il garante nazionale dei detenuti e rifiutiamo qualunque colloquio con il personale interno dell'istituto che, come consuetudine, la direttrice ci manderà per risolvere problemi che in realtà lei ha creato e mai ci sono stati prima del suo arrivo.»
Teleunica (giovedì 29 settembre, servizio di Fabio Panzeri):



Radio Onda D'Urto (venerdì 30 settembre, disponibile anche QUI, nel link è possibile ascoltare anche un'intervista a Francesco Racchetti):

CARCERE: SCIOPERO DELLA FAME DEI DETENUTI DI SONDRIOProtesta eclatante da parte dei detenuti del carcere di Sondrio contro le disposizioni della direttrice penitenziaria Stefania Mussio. Venticinque reclusi sono entrati in sciopero della fame.Al centro della manifestazione dei detenuti, da quanto si è saputo, ci sono i comportamenti ritenuti non corretti della direttrice. L’ultimo divieto che ha fatto esplodere la protesta è il divieto di ingresso al medico per le visite programmate, sebbene lei sostenga che l’assistenza sanitaria è comunque garantita dal rapporto di collaborazione con l’ospedale del capoluogo valtellinese. Un fatto gravissimo, dato che l’assistenza medica non è sotto la direzione dell’amministrazione penitenziaria, ma dipende dall’azienda sanitaria locale.Le tensioni non riguardano solo i detenuti, ma si estendono anche alle associazioni di volontariato e al personale di polizia. Le prime si sono trovate di fatto nell’impossibilità di lavorare all’interno del carcere; difatti sono stati imposti divieti nel fornire beni essenziali come vestiti, così come è stato fermato un progetto di aula informatica che forniva ai detenuti di acquisire attestati riconoscibili dallo Stato per il reinserimento lavorativo.Pure il personale penitenziario sta richiedendo trasferimenti per cambiare luogo di lavoro. Limitazioni di accesso sono state applicate persino ai legali dei detenuti.Un altro episodio che fece molto discutere furono le dimissioni del garante dei detenuti Francesco Racchetti, che lavorava da diversi anni all’interno del carcere. Il garante diede le proprie dimissioni denunciando le condizioni di impossibilità di lavoro in cui si era trovato ad agire. Si parla infatti di colloqui limitati, resi possibili solo dietro richiesta scritta e motivata da autorizzare da parte della dirigente. Un fatto per cui si avviò una raccolta di firme a sostegno del garante.Per capire la situazione all’interno della struttura carceraria abbiamo raggiunto ai nostri microfoni proprio Francesco Racchetti, ex garante dei detenuti.
Centro Valle (sabato 1 ottobre, due articoli siglati tdr):

SCOPPIA LA PROTESTA CONTRO LA DIRETTRICE, I DETENUTI FANNO LO SCIOPERO DELLA FAMEI detenuti del carcere di Sondrio non ci stanno più alle regole stabilite dal direttore Stefania Mussio. E dopo l'ultimo episodio di divieto al medico del carcere di entrare a visitare i detenuti, venerdì scorso, hanno avviato uno sciopero della fame per protestare contro di lei. E' datato 26 settembre il documento firmato da 25 carcerati che sostengono di dover sopportare continue vessazioni da parte del direttore, dal momento dell'assunzione del suo ruolo nell'estate 2015. Nella lettera, rivolta al Provveditorato regionale di amministrazione penitenziaria e al Presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, i detenuti elencano punto per punto ogni problematica a cui si sono trovati di fronte negli ultimi tempi. In particolare si fa riferimento al divieto di ingresso per decisione del direttore ed esercitato più volte, al garante dei detenuti Francesco Racchetti. Situazione che ha di fatto portato Racchetti a dimettersi. Stefania Mussio, sempre a detta dei 25 firmatari, avrebbe vietato l'accesso anche alle volontarie "Le dame di San Vincenzo" che da anni portavano il proprio supporto morale oltreché beni di prima necessità nella struttura. Nel testo si legge anche che "il direttore ci vieta di contattare i nostri difensori telefonicamente se non indichiamo le motivazioni dettagliate e convincenti per lei (in realtà prende tempo per dissuaderci dal farlo)".Nel testo, la direzione di Stefania Mussio viene definita come una vera e propria "dittatura" a cui i carcerati devono sottostare e che vede anche il mancato rispetto di graduatorie relative alle attività di lavoro svolto nell'istituto. I carcerati sostengono di trovarsi di fronte alla necessità di comportarsi come marionette per compiacere il direttore, al fine di non incorrere in ritorsioni di cui lei li minaccia, sul loro trattamento rieducativo o sul loro reinserimento nella società. A conclusione della lettera i detenuti hanno fatto riferimento ad un episodio (citato anche nell'intervista al medico del carcere, Ali El Hazaymeh, pubblicata su Centro Valle di sabato 24 settembre) nel quale un detenuto stava rischiando la vita, salvato grazie all'intervento del personale infermieristico e proprio del coordinatore sanitario. Il quale viene definito dai firmatari, così come i colleghi infermieri, dotato di professionalità e "da molti anni impegnato a salvaguardare la salute dei numerosi detenuti pazienti entrati in carcere talvolta in condizioni già critiche". E costretti, secondo la loro versione, a vivere in condizioni peggiori, come il sovraffollamento nelle celle pur avendone di vuote inutilizzate. 
ARRIVA IL SOSTEGNO DI RADICALI E ASSOCIAZIONIIl sostegno ai detenuti per la condizione denunciata con lo sciopero della fame, arriva da più fronti. In particolare, Radicali Sondrio ha voluto esprimere il proprio sdegno e la propria vicinanza ai carcerati di via Caimi con una lettera. Nella quale Gianfranco Camero ricorda anche le dimissioni del Garante, Francesco Racchetti: "Sul Consiglio comunale sondriese che pure, in modo quasi unanime, ha espresso allora apprezzamento per la figura del Garante, sembra poi aver prevalso la posizione del Sindaco Molteni che, senza chiedere conto alla Direttrice della Casa circondariale di comportamenti che hanno portato all'allontanamento persino delle “Dame di S. Vincenzo”, ha preferito lasciare che le acque si calmassero per bandire il concorso per la nomina di un nuovo Garante. Forse nella speranza di trovare qualcuno più "conciliante'". Lo sconcerto provocato dalla situazione arriva anche da una Rete di cittadini e associazioni i quali esprimono preoccupazione per la violazione dei diritti dei detenuti e sottolineano la loro solidarietà, arrivando a ringraziarli per aver portato alla lice con coraggio la situazione occulta delle strutture carcerarie. Appoggio che riferiscono anche nei confronti del medico del carcere Ali El Hazaymeh. Della situazione del carcere, funzione sociale della penalità e ruolo dei Garanti dei detenuti verterà l'incontro pubblico di sabato 22 ottobre alle 9, nella Sala Besta della Banca Popolare di Sondrio.