ARRIVA IL PROCURATORE REGIONALE E I DETENUTI SOSPENDONO LO SCIOPERO DELLA FAME
Radicali Sondrio
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Riportiamo qui la rassegna stampa di oggi, martedì 4 ottobre 2016, relativa alla situazione del carcere di Sondrio:
Il Giorno (martedì 4 ottobre 2016, articolo a firma Susanna Zambon, QUI ripreso nella rassegna stampa di Ristretti Orizzonti):
PROTESTE IN CARCERE, ECCO LA SOLUZIONE. Sembra in via di risoluzione la delicata situazione del carcere (stop a sciopero della fame), dove 25 dei 37 detenuti hanno proclamato una settimana fa lo sciopero della fame, poi da sabato quello della sete e, sempre sabato, i carcerati hanno anche messo in atto una protesta rumorosa, con urla e sbattendo sulle grate delle finestre delle celle stoviglie e oggetti. Ieri la visita ispettiva del provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Luigi Pagano, che ha incontrato i detenuti, la direttrice Stefania Mussio, il comandante «ad interim», il vice capo Emilio Di Somma, e poi, fuori dalle porte della Casa circondariale, anche i volontari che fino a non molto tempo fa operavano con i carcerati. Una delicata operazione di diplomazia, col chiaro obiettivo di ricucire uno strappo che sembrava definitivo, ma forse così non è. Infatti, i detenuti sembrano aver deciso di fare un passo indietro e revocare almeno momentaneamente lo sciopero della fame e della sete, convinti dalle rassicurazioni del provveditore. «Ho fatto loro un discorso: azzeriamo tutto e ricominciamo da capo – ha affermato Pagano al termine della visita -. Ci sono aspetti che possono essere migliorati con un po’ di buona volontà da tutte le parti in causa, cercheremo di fare chiarezza ad esempio per quanto riguarda i colloqui tra i detenuti e i loro legali, assolutamente sacrosanti ma presentando una motivazione. Per quanto riguarda, invece, le celle sovraffollate, avvieremo a breve un programma di ristrutturazione che riguarderà anche il carcere di Sondrio, e la cella da 5 posti ora inutilizzata verrà messa a norma così potrà ospitare alcuni detenuti». C’è, poi, da sciogliere il delicato nodo sul mondo del volontariato, che ormai non entra più in carcere da tempo per incomprensioni con la direttrice. «Per quanto riguarda il garante dei detenuti – prosegue Pagano – so che il Comune si è attivato con un bando per nominarne uno nuovo. Spero poi che le Dame di San Vincenzo si convincano a tornare a offrire il loro preziosissimo aiuto». La situazione sembra avviarsi verso una risoluzione. «La terrò comunque sotto controllo – conclude Pagano - e nei prossimi mesi tornerò in visita».
La Provincia di Sondrio (martedì 4 ottobre, articolo siglato R. Car., QUI ripreso nella rassegna stampa di Ristretti Orizzonti):
I DETENUTI INTERROMPONO LA PROTESTA: "MANCAVA SOLO LA COMUNICAZIONE". Risolutivo l'intervento del provveditore regionale che ha incontrato direttrice e reclusi. "Mettiamo da parte quello che è successo in queste settimane e ripartiamo da capo. I presupposti per una gestione serena della vita carceraria ci sono tutti". Luigi Pagano, il provveditore regionale dell'amministrazione carceraria, sembra decisamente sollevato: l'incontro di ieri è stato soddisfacente. C'erano tutti: la direttrice Stefania Mussio, il comandante della Polizia Penitenziaria e, ovviamente i detenuti. Non solo, ma il provveditore ha voluto anche incontrare personalmente le volontarie Vincenziane per convincerle a tornare al più presto a svolgere la propria azione di supporto volontario all'interno della struttura carceraria. La tempesta dei giorni scorsi sembra destinata a lasciare spazio finalmente al sereno. Anche i 25 detenuti che hanno firmato il documento di protesta indirizzato proprio al provveditore regionale e che, allo sciopero della fame cominciato alcuni giorni fa, nel fine settimana avevano aggiunto anche quello della sete, hanno deciso di sospendere la propria protesta. Scioperi portati avanti forse non in modo non esattamente estremo, ma tali comunque da far perdere non poco peso corporeo ad alcuni dei detenuti e a provocare il ricovero in infermeria di un paio di loro.Tante le accuse rivolte alla direttrice: divieto di fare telefonate ai propri avvocati, mancata concessione dei permessi di lavoro per il reinserimento sociale, divieti al medico di entrare liberamente nelle celle, minacce di ritorsioni. Soprattutto, però, ad aver provocato la rabbia dei carcerati, sarebbe stata la rottura del rapporto tra le Vincenziane e l'amministrazione carceraria. "Direi che c'è stato forse un problema di comunicazione, ma che comunque siamo sulla via della soluzione - ha spiegato Pagano. In questa struttura, così come in altre, mancava da anni un regolamento interno che invece sarebbe bene adottare. Probabilmente l'introduzione dei alcune regole non è stata motivata in modo ritenuto soddisfacente e sono nati dei fraintendimenti - ancora il provveditore regionale -. Proprio su questo aspetto stiamo intervenendo. Quanto alle Vincenziane, le ho volute incontrare perché ritengo fondamentale la loro opera di volontariato. Adesso aspettiamo soltanto la nomina da parte del Comune di Sondrio del nuovo garante".
Il Dubbio (martedì 4 ottobre, articolo a firma di Damiano Aliprandi):
SONDRIO, I DETENUTI IN SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE. Stoviglie e posate sbattute contro le sbarre, oltre a urla e invocazioni di aiuto. Protesta eclatante che coinvolge 25 dei 40 detenuti presenti nel carcere di Sondrio. Da quasi una settimana i detenuti rifiutano il cibo e chiedono - tramite una lettera - di poter parlare con Mauro Palma, il Garante nazionale dei detenuti. Quasi tutti i ribelli, a partire da sabato, hanno deciso di alzare ulteriormente l'asticella, aggiungendo lo sciopero della sete a quello della fame. A innescare la decisione, il rapporto ormai deteriorato con la direttrice del carcere, Stefania Mussio, che dal suo insediamento a Sondrio - da poco più di un anno al vertice del carcere di via Caimi - si è trovata in più occasioni sotto i riflettori della cronaca: dalle dimissioni nel marzo scorso del garante dei detenuti Francesco Racchetti (sostenuto da una petizione che ha raccolto più di 1.300 firme), sino al dissidio di pochi giorni fa con il medico della struttura carceraria Ali El Hazaymeh. Quest'ultimo aveva dichiarato su Il Giorno di aver subito una serie di vessazioni nate da dissidi tra lui e la direttrice iniziati a maggio. La situazione poi è completamente degenerata a inizio agosto, quando la direttrice ha sospeso EL Hazaymeh dall'incarico di coordinatore nominando vice coordinatore un medico esercente funzioni di guardia medica. Una situazione che si è ripercossa sui detenuti. "Basti pensare - ha spiegato sempre a Il Giorno - che ha respinto due mie richieste di custodia alternativa per altrettanti detenuti le cui condizioni di salute non sono compatibili con il carcere. Uno di loro, ad esempio, ha avuto ben due arresti cardiaci, ma è ancora in cella. E qualche tempi fa si è atteso due giorni per visitare un detenuto che era stato picchiato con calci allo stomaco". La situazione del carcere di Sondrio era già stata denunciata a suo tempo dai radicali dopo una visita a marzo di quest'anno. Non solo avevano denunciato il sovraffollamento (problema ancora non risolto), ma anche il personale sotto organico: 20 agenti (rispetto a una pianta organica che ne prevede 30), 1 educatore (sui 2 prescritti), mentre per gli stranieri non è prevista nemmeno la figura del mediatore culturale. Inoltre la delegazione radicale ha potuto rilevare che i progetti presentati nella relazione dell'ex Garante dei diritti dei detenuti di Sondrio dell'aprile dello scorso anno (corsi di informatica, formazione professionale di tipo artigianale, lo "sportello del cittadino detenuto" per la tutela giuridica dello stesso), dovendosi basare solo sul volontariato, non trovano realizzazione per mancanza di risorse finanziarie e per le diverse opinioni e modi di agire che caratterizzazione i numerosi (e spesso precari) responsabili che si sono succeduti nella direzione dell'istituto penitenziario.
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