lunedì 3 ottobre 2016

Stampa & Detenuti

Sciopero sospeso in via Caimi

LA SITUAZIONE DEL CARCERE DI SONDRIO: RASSEGNA STAMPA DEI GIORNALI VALTELLINESI

Radicali Sondrio
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Apprendiamo dall'edizione serale di oggi, lunedì 3 ottobre 2016, del telegiornale di TeleUnica che è stato sospeso lo sciopero della fame e della sete indetto dai detenuti della casa circondariale di via Caimi a Sondrio a seguito della visita del provveditore regionale Luigi Pagano. I Radicali di Sondrio, sollevati per la difficile situazione dei carcerati in questione, ribadisce comunque l'invito mosso alle autorità comunali per la convocazione di una seduta del consiglio ad hoc per discutere la questione, auspicando il ritiro delle dimissioni da parte di Francesco Racchetti. 

Qui di seguito la rassegna stampa odierna: 

La Provincia di Sondrio (lunedì 3 ottobre, articolo a firma di Riccardo Carugo):

URLA E STOVIGLIE CONTRO LE SBARRE, ALTA TENSIONE IN CARCERE. Era il loro obiettivo e sono riusciti a centrarlo: portare le propria protesta al di fuori delle mura del carcere. Prima la lettera indirizzata al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, poi lo sciopero della fame, al quale hanno aderito 25 detenuti su 38. E sabato, l’ultima eclatante ribellione: stoviglie e posate sbattute contro le sbarre, oltre a urla e invocazioni di aiuto. Una protesta che non ha esaurito il malcontento: quasi tutti i ribelli hanno deciso di alzare ulteriormente l’asticella, aggiungendo lo sciopero della sete a quello della fame. Tutto questo, pare, per il trasferimento di uno dei detenuti che subito dopo pranzo sabato è stato portato a Monza. Accogliendo la richiesta dei carcerati e sulla base della preoccupazione per la salute delle persone che si trovano in cella a Sondrio, oggi dovrebbe arrivare in città il provveditore regionale dell’amministrazione, non solo per incontrare di persona i detenuti, ma anche per confrontarsi con la direttrice Stefania Mussio, principale oggetto degli strali degli autori della protesta.


Il Giorno (lunedì 3 ottobre, articolo a firma Susanna Zambon): 

SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE, PROTESTA RUMOROSA IN CARCERE. Sciopero della fame da quasi una settimana, e da sabato anche della sete. Proteste “rumorose”, tanto che si sentivano nelle case intorno al carcere. La situazione nella casa circondariale di Sondrio è sempre più calda, tanto che oggi è prevista l’ispezione del provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria. Prima la questione del medico che coordina il servizio sanitario all’interno del carcere, Alì El Hazaymeh, che, dopo screzi e dissidi con la direttrice Stefania Mussio, si è visto negare il permesso a entrare nella Casa circondariale per ilgiro di visite; poi, all’inizio della settimana scorsa, 25 dei 37 detenuti nel carcere di Sondrio hanno proclamato lo sciopero della fame denunciando comportamenti della direttrice che violerebbero i loro diritti: «Non possiamo chiamare i nostri avvocati – hanno scritto in una lettera inviata al Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano – e la direttrice ha fatto terra bruciata attorno a sé, il garante dei detenuti si è dimesso e anche le volontarie, le Dame di San Vincenzo non vengono più ad aiutarci». E sabato nuove proteste. Diciannove di quei 25 detenuti che stanno facendo lo sciopero della fame a oltranza(«finché non verranno presi provvedimenti corretti ed effettivi dalle autorità preposte, utili alla risoluzione dei problemi») hanno proclamato anche lo sciopero della sete, e alcuni hanno già avuto bisogno dell’intervento della guardia medica per i primi problemi di disidratazione. In serata, poi, una manifestazione “rumorosa”: diversi detenuti hanno iniziato a battere quello che avevano a disposizione contro le inferriate delle finestre delle celle e a gridare, tanto che nelle case vicine e sulla strada si poteva udire distintamente il rumore e qualcuno è riuscito anche a realizzare un video postato poi su Facebook. A innescare questa nuova rimostranza sarebbe stato il trasferimento di uno dei carcerati, pare tra quelli più decisi a opporsi alla direttrice, nel carcere di Monza. Al momento non si sa da chi sia arrivata la decisione, ma i detenuti l’hanno letta come ritorsione per la protesta messa in atto. Insomma, un clima davvero molto teso. Da quando tutto è iniziato la direttrice Mussio non si è vista in carcere (dirige anche quello di Lecco). Domani dovrebbe arrivare il provveditore regionale.

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