mercoledì 24 aprile 2013

Eutanasia, tortura, carceri e droghe


Proposte di legge su eutanasia, tortura, carceri e droghe

I RADICALI INIZIANO LA RACCOLTA FIRME

Gianfranco Camero
gianfrancocamero@gmail.com



Anche in Provincia di Sondrio, i Radicali iniziano la raccolta di firme per le proposte di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia e del testamento biologico, contro la tortura, a favore della legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri e per la depenalizzazione del consumo delle droghe con la conseguente riduzione dell’impatto penale.


Il primo appuntamento con i cittadini che vogliono sottoscriverle sarà sabato 27 aprile, dalle 9 alle 12, a Sondrio in piazza Campello, a cui seguirà l'intera giornata del sabato seguente, 4 maggio, con una presenza in piazza, a Sondrio e a Morbegno, dei Radicali.


I moduli sono inoltre disponibili presso i Comuni di Sondrio, Morbegno, Cosio, Ardenno, Berbenno e Cercino.


Ben oltre la metà degli italiani, secondo ogni rilevazione statistica, è a favore dell'eutanasia legale, per poter scegliere, in determinate condizioni, una morte opportuna invece che imposta nella sofferenza. I vertici dei partiti e la stampa nazionale, invece, preferiscono non parlare di come si muore in Italia, tranne quando alcune storie personali si impongono: Eluana e Beppino Englaro, Giovanni Nuvoli, i leader radicali Luca Coscioni e Piero Welby. Oggi, chi aiuta un malato terminale a morire - magari un genitore o un figlio che implora di porre fine alla sofferenza del proprio caro - rischia molti anni di carcere. Il diritto costituzionale a non essere sottoposti a trattamenti sanitari contro la propria volontà è costantemente violato, anche solo per paura, o per ignoranza e la conseguenza è il rafforzamento della piaga tanto dell'eutanasia clandestina che dell'accanimento terapeutico. Per rimediare a questa situazione, l'Associazione Luca Coscioni, propone un testo con poche regole chiare, che stabiliscano con precisione come ciascuno possa esigere legalmente il rispetto delle proprie decisioni in materia di trattamenti sanitari, compreso il ricorso all'eutanasia.

Le altre tre proposte sono promosse da Antigone, Arci, Cgil e da numerose altre associazioni che si occupano del mondo penitenziario e della questione giustizia.

La prima intende sopperire a una lacuna normativa grave: in Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso; il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite.

La seconda riguarda i diritti dei detenuti e la riduzione dell’affollamento penitenziario, intervenendo sui flussi in ingresso e in uscita ovvero su quelle leggi che producono detenzione senza produrre sicurezza pubblica. Viene quindi rafforzato il concetto di extrema ratio per la carcerazione preventiva, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Congiuntamente all'istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, si prevede l’abrogazione del reato di clandestinità previsto dalla legge Bossi-Fini.

Infine la terza proposta mira a modificare la legge sulle droghe, che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese, con il superamento del paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.