venerdì 13 gennaio 2012

Legalizzare Sondrio

Caso Costanzo

CAPPATO E CAMERO (RADICALI) "SENTENZA RISPETTOSA DEI FATTI. ORA VOGLIAMO LA VERITA' SUL PDL POZZI. IL PD ABBANDONI LA LINEA PENATI"

Radicali Sondrio
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Con dispositivo letto in esito alla discussione odierna (nel corso della quale il PM ha concluso in modo a noi favorevole), il Tribunale di Milano (Sez. I, pres. Bichi, rel. Baccolini), ha accolto il ricorso NRG 44764/2011 proposto da Gianfranco Camero (Radicali, Lista Bonino-Pannella, Sondrio) contro Angelo Costanzo (Consigliere Regionale del Partito democratico.

Per l'effetto, il Tribunale ha dichiarato la sussistenza, in capo al Costanzo, della causa di ineleggibilitá di cui all'art. 2, comma 1, n. 11 della Legge 154/1981, ha dichiarato l'invaliditá della convalida della sua elezione e l'ha condannato alle spese di giudizio. Le motivazioni della sentenza verranno depositate tra qualche giorno.

Gianfranco Camero e Marco Cappato (candidato alla Presidenza della Regione Lombardia per la Lista Bonino Pannella escluso dalla competizione elettorale 2010) hanno dichiarato: "Questa sentenza, che è la prima nella storia della Regione Lombardia a dichiarare l'ineleggibilità di un Consigliere regionale, è semplicemente una sentenza rispettosa dei fatti, della documentazione da noi prodotta e delle stesse dichiarazioni di Angelo Costanzo che testimoniano inequivocabilmente la sua ineleggibilità. La preannunciata decisione di presentare ricorso in appello non può dunque che essere interpretata come la speranza di potere contare sui tempi criminali della giustizia italiana. Per quanto ci riguarda, il nostro obiettivo è solo e semplicemente quello di far rispettare la legge, far emergere la verità, legalizzare per quanto possibile un Consiglio regionale che è totalmente abusivo fin dalla sua costituzione -grazie alla truffa Firmigoni- e nel quale siedono Consiglieri regionali che non avrebbero avuto diritto di diventare tali. Insieme a Paola Camillo riprendiamo e rilanciamo la battaglia per ottenere la verità anche sul caso del Consigliere regionale Giorgio Pozzi, anch'egli dimessosi tardivamente dal Consiglio di amministrazione di una società controllata dalla Regione. Ci auguriamo che anche il Partito democratico, che inizialmente aveva partecipato al voto unanime del Consiglio regionale di conferma del mandato di Pozzi e di Costanzo, voglia finalmente intraprendere una battaglia politica per la legalità su tutti questi casi -Firmigoni incluso- invece che mantenere la strategia dell'inerzia inaugurata già a suo tempo da Filippo Penati".


Ascolta la conferenza stampa


Queste le dichiarazioni di Costanzo a seguito della sentenza

“Stanco delle polemiche. Sono una persona onesta e sto svolgendo con serietà e passione il lavoro in Consiglio regionale. Dico No alla gogna mediatica dei radicali.”
Si è svolta oggi l’udienza per il ricorso che i Radicali hanno presentato a luglio del 2011, per l’elezione nel marzo del 2010 del Consigliere regionale Angelo Costanzo, sulla base della legge 154/1981 che intende tutelare il principio di uguaglianza fra i candidati, escludendo dalla competizione elettorale quei soggetti che per la particolare posizione o incarico ricoperti potrebbero influenzare la volontà degli elettori. Il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso sull’ineleggibilità di Costanzo. 

Amareggiato, l’esponente del PD dichiara quanto segue: “sono stanco delle polemiche perché ho sempre svolto la mia azione politica con trasparenza e correttezza, come riconosciuto anche dai miei avversari. Sono una persona onesta e non ho mai usato il ruolo nel Consiglio di Amministrazione dell’Aler per influenzare nessun risultato elettorale. Avevo rassegnato le mie dimissioni dal Consiglio di amministrazione, anche se non formalizzate, e, non pensando che avesse carattere formale, ho presenziato il 7 aprile 2010 ad una riunione del Consiglio stesso ad elezione in Regione già avvenuta, perché intendevo solo condividere la soddisfazione per il risultato elettorale di pochi giorni prima. Il ricorso ha fatto emergere un problema di procedure, nulla di più!” Il collegio giudicante ha ritento che ciò porti ad un giudizio di ineleggibilità. Costanzo aggiunge: “Noi rispettiamo le decisioni, anche quando non le condividiamo. Presenterò la proposizione dell’appello, ricordando che la sentenza del tribunale non è esecutiva in caso di impugnazione e quindi continuerò a svolgere le mie funzioni di Consigliere Regionale. La cosa inaccettabile è la spettacolarizzazione mediatica e la strumentalità politica da parte dei radicali che fanno di tutta un erba un fascio, mettendo insieme la vicenda di Formigoni con la mia. Ho svolto il ruolo di Consigliere in questi due anni con serietà e passione verso le istituzioni e il mio territorio. Continuerò il mio impegno politico e istituzionale che riprenderò dopo un breve pausa”. 

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