RADICALI SONDRIO PRESENTANO LA SECONDA DIFFIDA AL PRESIDENTE MARONI
Gianfranco Camero
gianfrancocamero@gmail.com
Prosegue la mobilitazione di Radicali Sondrio per chiedere l'immediata discussione in Consiglio Regionale delle proposte di legge di iniziativa popolare per la regolamentazione della cannabis terapeutica e per l'istituzione del registro dei testamenti biologici.
In concomitanza della riunione del Consiglio Regionale e congiuntamente ad altre analoghe iniziative radicali a Milano ed in alcuni capoluoghi della Lombardia, venerdì 28 luglio, con inizio alle 11 in piazza Campello a Sondrio, avrà luogo la seconda manifestazione nel corso della quale consegneremo all'Ufficio Regionale locale la seconda diffida per il Presidente della Regione, Maroni, del Consiglio, Cattaneo, e per tutti i Consiglieridal persistere nella violazione della legge 1/1971 che impone obblighi tassativi circa i tempi di decisione sulle proposte di iniziativa popolare, sebbene poi tralasci di sanzionare i comportamenti trasgressivi (cosa che invece capita per i comuni cittadini).
Nel frattempo numerosi malati lombardi non riescono ad accedere ai prodotti cannabinoidi prescritti loro dai medici e sono spesso costretti a rivolgersi al mercato illegale, dovendo così sostenere costi elevatissimi per usufruire di prodotti di qualità incerta. Inoltre, alla scarsa reperibilità dei farmaci si aggiunge l'impossibilità, per i pazienti lombardi, di ricevere il rimborso dal Servizio Sanitario Regionale, come invece previsto dal Decreto Lorenzin, proprio a causa dell'assenza di una legge come quella avanzata dal Comitato Cannabis Terapeutica Lombardia.
Sul testamento biologico, in attesa di una legge nazionale, Regione Lombardia potrebbe comunque raccogliere le disposizioni di volontà dei cittadini come già fanno molti Comuni, aumentando così la possibilità di vedere rispettate le scelte di fine vita.
La manifestazione riguarderà anche la mancata entrata in vigore, a oltre un anno dall'adozione, del Registro del testamento biologico a Sondrio.
Ribadiamo la necessità di superare lo stallo, dovuto al mancato ottenimento del parere favorevole da parte del Garante per la protezione dei dati personali, con la cancellazione dell'articolo del Regolamento che lo prevede, non essendoci alcun obbligo in proposito, come dimostrato dai 161 Comuni dove tale Registro ha trovato applicazione pratica.
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