martedì 23 marzo 2010

Fallimentopoli

Caso Gianoncelli

SONDRIO: SCONCERTO PER IL PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE DELEGATO FANFARILLO

Radicali Sondrio
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Pubblichiamo un articolo apparso su 'l Gazetin di novembre dal titolo "Senza pensione i Gianoncelli":

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Così imparano a mettere in piazza, anziché subire in silenzio, tutte le prevaricazioni subite?
(Sondrio, Red.) Il Comitato territoriale Insieme per la Giustizia ha diffuso un comunicato con una notizia sconcertante: «I signori Gianoncelli Franco e Gianoncelli Peppino, soci dichiarati falliti della Società Gianoncelli s.n.c., con decreto del Giudice Delegato al Fallimento dr. Fabrizio Fanfarillo datato 21 ottobre 2000, notificato il 24 ottobre 2000, sono stati espropriati delle pensioni future, già a far tempo dal mese di novembre 2000 (avverso il provvedimento i falliti hanno presentato ricorso). 

Il Giudice Delegato ha adottato simile drastico provvedimento senza manco attendere la pronuncia della sentenza di un giudizio pendente avverso altra sua ordinanza del 19 settembre 2000, con cui ha disposto l’acquisizione di assegni circolari ottenuti dai falliti in pagamento della pensione di settembre, comprensiva del rimborso fiscale derivante dal Mod. 730/2000 (l’informazione è stata comunicata agli organi del fallimento dai diretti interessati).«Il ricorso, discusso nell’udienza del 19 ottobre 2000, verte su mere ragioni di diritto. I falliti si riportano, in particolare alla sentenza n. 6518/1998 con la quale la Corte di Cassazione ha sciolto un nodo molto dibattuto in dottrina in materia di credito Irpef. La condizione di pensionati dei signori Gianoncelli Franco e Gianoncelli Peppino era cosa nota, in quanto il primo percepisce la pensione di vecchiaia dal mese di novembre 1997 (un mese prima del fallimento), mentre il secondo ha maturato il diritto in pieno fallimento (mese di febbraio 1999). 

Il curatore, nonostante debba vagliare, per legge, tutta la corrispondenza dei falliti e nonostante abbia consegnato al Sig. Gianoncelli Peppino il libretto di pensione (inviato per posta), con la propria costituzione in giudizio ha affermato che solo ora è venuto a conoscenza che i falliti percepivano la pensione.«Con il provvedimento del 19 settembre, in netta contraddizione con il decreto del 21 ottobre (acquisizione delle pensioni all’attivo del fallimento), il dr. Fanfarillo affermava letteralmente: gli assegni de quibus contengono sia somme di pertinenza dei falliti (rata di pensione), sia somme di pertinenza della massa (rimborso di imposte)».«I falliti», conclude amaramente il comunicato, «se vorranno ottenere una quota della loro pensione a titolo di sussidio di sopravvivenza dovranno inoltrare apposita istanza al Giudice Delegato, documentare la situazione dei loro nuclei familiari e… sperare nella Divina Provvidenza». Per ragioni di spazio l’argomento, che è molto complesso ma di altrettanta inaudita gravità, verrà trattato in dettaglio nel prossimo numero.

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